fare film

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Io amo il cinema... lo amo così tanto che mi sciroppo di tutto per riuscire a scovare qualcosa di bello, lo amo così tanto che anche in una schifezza cerco di trovare almeno una briciola di lavoro benfatto.
E' per questo che ultimamente sono sempre più desolata quando guardo un film.
Specialmente un film italiano, mi dispiace dirlo, ma... specialmente un film italiano.
La prima cosa che ho pensato ieri sera uscendo dal cinema è che una volta i nostri registi facevano scuola al mondo intero... adesso?
Bene, così ho timbrato il mio biglietto sul tram che prendono tutti, è sicuramente un pensiero moralista e da talk show.... però ti viene facile. Ok, cerchiamo di ragionare.
Lasciamo perdere i contenuti perchè il vuoto del cinema è solo un altro specchio del vuoto che abbiamo dentro. E' l'artigianato che mi interessa ora, attività manuali e pratiche, sudore della fronte e mal di schiena, cose così.
Film ambientato a Torino.... morire se trovi almeno uno, uno o... mezzo, che ha un accento vagamente piemontese. Pieno di romani che, per carità, a me sono strasimpatici ma.... non credo proprio abbiano tutti 'sta smania di emigrare al nord.
Più facile trovarci un Marocchino, a Torino... se proprio vogliamo fare la rima oltre che della sociologia.
E' una cavolata? Si è una cavolata ma un buon umile artigiano è proprio delle cavolate che si accorge, una volta si chiamavano 'dettagli'.
Il film è senza pretese? Non ha contenuti? Fa niente, ma almeno un attore che sia capace di recitare me lo vuoi mettere? Perchè si può recitare anche l'elenco del telefono, se vuoi. Un buon lavoro di artigianato mi basterebbe, e non una cosa ricucita a spanne.

Non abbiamo niente da dire? Ma almeno diciamolo con cura, mica si pretende il genio. Perchè il primo ad essere convinto di non valere un soldo bucato è proprio chi lo fa il film, chi lo guarda lo penserà di conseguenza.
Mancano i fondi? O manca la capacità di distinguere chi i pochi soldi veramente se li merita?

Vuoi vedere che è proprio la soggezione dei maestri a lasciare tutti al palo?
Vuoi vedere che è proprio la soggezione dell'America a deprimere il lavoro?
Io non ci capisco niente ma è come si pretendesse di essere grandi prima di fare bene i piccoli. Copiare è la prima regola per imparare, nessuno scandalo.
Solo un po' più di sudore, sudore e convinzione chiedo, un po' di cura anche nel fare un uovo sodo, un uovo sodo fatto con amore... me lo mangerei volentieri.
Ma che bella cosa il cinema!!

Pazienza

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Cos’è la pazienza? Non perdere le staffe? La tranquillità, la gentilezza, la calma anche nella tempesta?
Bene, se fosse tutto questo allora non ho speranza: sono la persona meno paziente del mondo. M’infuoco subito, sarà pure un fuoco di paglia ma... chi mi conosce sa che in certi momenti deve starmi alla larga.
Eppure la pazienza è qualcosa di più che un temperamento.
Guardo mio padre. Io gli somiglio molto, da lui ho preso quella dannatissima facilità alla collera... ebbene, dopo mesi e mesi dentro e fuori dagli ospedali sembra come argilla sul tornio, quello che invisibili mani stanno forgiando è un vaso pieno di pazienza.
Attenzione, non rassegnazione.... pazienza!
Non è piegato nella depressione e nello sconforto, è paziente, nel senso che aspetta, si aspetta il cambiamento e lavora.
Come un ulivo centenario, torto e piegato, ancora certo nella sua consumata stagione,non nega i suoi frutti.
Ecco, la pazienza ha molto a che fare con la speranza, mi sembra. Non demordi, hai la macchina sempre accesa, forse non sempre a pieni giri... forse spesso ‘su di giri’ ma sempre sempre certo del possibile cambiamento, anche quando appare quasi ragionevole non lottare più.
E così ancora mi insegni qualcosa, carissimo papà che mi fai perdere spesso la pazienza!!

fare il male

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Sto partendo da un disgusto. Il disgusto per il male. Non solo, ma per la facilità del male, una grande pensatrice l'ha chiamata anche 'banalità' del male.
Sbattilo in prima pagina e sotterralo di parole.... diventerà una fiction, un reality di plastica quindi qualcosa che riguarda gli altri, uno spettacolo, che serve ad illuderti di essere tanto buono quando si chiude il sipario.
Parlo di una ragazzina che è morta e della giostra che le gira ancora intorno, con tanto di opinionisti, colpevolisti, psicologisti e giornalisti.
Stranamente il disgusto che provo mi avvicina alla questione, ho bisogno di guardare e giudicare. Ma non mi interessa guardare morbosamente il male degli altri, è così facile, così troppo tremendamente facile trovarlo anche dentro di me!
Non c'è bisogno di arrivare ad uccidere per scoprire che il male del mondo ha un posticino comodo comodo anche a casa mia. E chi si scandalizza, chi grida al mostro vive nella casa di Barbie o in quella del Grande Fratello.
A volte per fare il male basta sentirsi 'a posto', basta la pretesa di trovare il colpevole come la soluzione di tutto: "è in galera? ok che ci resti a marcire e noi possiamo tornare a dormire, fine del problema."

Bisogna avere una grande pietà ed una grande conoscenza di sè per poter fare cronaca. Il mestiere del giornalista è uno dei più affascinanti, ha a che fare con la libertà e la discrezione, con la verità ma anche con il silenzio. Non può essere fatto da uno che ci guarda dal piedistallo, un giornalista sarà pure distaccato, ma non può tirarsi fuori dall'umano.
Oggi che differenza c'è tra libertà di stampa e rispetto per il dolore? E il sacrosanto valore della verità come va custodito? Va sempre urlata la verità? Ma la verità tutta intera, quella che prende dentro anche me, che svela anche il mio, di male. Perchè se il mio male è banale, o peggio, non lo considero, io sono in pericolo... io.
Sensi di colpa inutili? Retaggio di una 'educazione bigotta'?
Balle! I sensi di colpa sono una cosa e il male vero un'altra, e lo sappiamo bene, non pigliamoci per i fondelli!

Il male vero è annusare un fiore, restarne estasiati, attratti, desiderosi e tre secondi dopo, senza una ragione calpestarlo, distruggerlo, ucciderlo. E' appassionarsi della bellezza e vederla morire, non poter fare niente, nel migliore dei casi, per mantenerla intatta.

Il senso di colpa è un matto che ama di più la camicia di forza delle regole che la propria libertà di sbagliare.

Dostoevskij. Tanti dei suoi capolavori sono nati dalla lettura appassionata di fatti di cronaca, sanguinosi fatti di cronaca. Ma noi diremmo che "Delitto e Castigo" è spazzatura? Forse oggi il buon Feodor sarebbe lì anche lui a guardarsi le inchieste in tv, o bersi le ultime di "nera" dei quotidiani. Un'ossessione? Molti lo considerano un pietoso genio dell'umano.
Ma non è che tutto dipende allora dallo sguardo che abbiamo sulla realtà? Ancora una volta dobbiamo decidere se assistere passivamente alla vita da spettatori giulivi condotti attraverso la casa degli orrori, oppure viverla da protagonisti questa storia, nel bene e nel male, nella pietà e nella compassione, con le mani nella terra, senza fare i damerini senza macchia ne puzzette. Magari nella ribellione, ma vivere!

momenti

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Ci sono momenti, che chiamiamo 'momenti'... ma intanto che li vivi ti sembrano durare un'eternità.
Ci sono momenti in cui le parole, o hanno un peso specifico, uno spessore misurabile, una profondità tangibile o.... è meglio l'aria fritta.
Ci sono momenti in cui ti sembra di grattare l'ultimo strato e poi ti accorgi che c'è sotto ancora un bel po' di melma da spalare... a palate.
Che fai?
Primo: non calcoli più.
Non è che ti dici: "non devo più calcolare", no, no! E' che proprio non calcoli più, ti viene facile, inevitabile.
"Sia quel che sia"
Mi si è ammalata anche la badante. Non ho più giorni di ferie nè permessi nè altro. Non posso permettermi un'aspettativa, vorrebbe dire meno soldi, non posso permettermelo. Non ho più uno spazio libero in casa mia, anche solo per appendere la giacca, e papà ha anche il cuore ballerino... che gli piacciono le gite al pronto soccorso.
Che faccio? Mi piango addosso? Ma per carità!!!! Non ho proprio tempo da perdere!
L'unica cosa da fare è vivere.
Dio mio! Vivere, vivere anche dentro questa condizione dove ogni giorno ce n'è una nuova... quando non è di notte che arriva la novità.
Non hai più spazio tra l'evento e la decisione, ergo: non calcoli più... decidi. Giusto? Sbagliato? Decidi e basta, decidi di vivere.
Ma una cosa la fai giusta accidenti! La fai, ed è la più giusta e soddisfacente che ci sia: in piedi, mani sui fianchi faccia a faccia con Gesù Cristo in persona "Ehi bello! Visto che sei contento quando ti lascio tutto... vediamo come te la cavi qui.... adesso?!"
E' una sfida al Padreterno? Non credo proprio, la sfida è quando ci si vuole misurare alla pari. E io non sono alla pari con Dio, sono una briciola per terra, sono un vermiciattolo che striscia, sono una nullità che sente solo la vita scorrere addosso. E sono proprio stufa di immaginette e santini al profumo di violetta, della mistica dei buoni, quelli che si meritano la patente religiosa; sono stufa delle preghiere alla panna e cioccolato, dei sacramenti che si timbrano come biglietti del tram, dove le mie viscere non c'entrano, dove non c'entra il mio dolore o la mia gioia, dove non c'entrano la mia soddisfazione, il mio piacere, la mia carne e il mio sangue.
Adesso voglio pensare a me, voglio pensare a me e chiedo un aiuto per me: Dio faccia il suo mestiere di rispondere, che io faccio il mio di domandare.
Egoismo?
Se l'egoismo è rifiutarsi di sembrare buoni per forza, se è rifiutare la pretesa di essere indispensabili, se è la convinzione di non valere un soldo bucato senza nessuna meraviglia o scandalo... allora sono molto, molto, molto egoista.
Non hai la voglia, neanche la forza di decidere nè per te nè per nessun altro. Infatti
non decidi più... e ti accorgi che è La decisione della tua vita: solo mendicare.


Amare

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Che bella parola! Ma, per favore niente farfalle, uccellini e cuoricini: è una parola difficile, tremenda, poderosa! Non è roba da signorine fragili, scòrdatelo!
Che sia bello essere amati... non c'è dubbio, ma siamo sicuri di saper amare solo perchè diciamo 'io amo'?
La parola 'impossibile' è quella che mi viene subito dopo. Come è possibile infatti essere capaci di donare tutto? Ma proprio tutto, tutto, tutto però!
Abbiamo una visione così... 'televisiva' dell'amore, così irreale, falsamente idiota, come se stessimo ancora a giocare con le bambole, fino alla fine della vita vogliamo restare a giocare con le bambole?

Essere amati è un desiderio facile... ci viene bene... ma amare?
Amare è un vero miracolo, l'amore dato e ricevuto è davvero una possibilità impossibile. Ma dove inizia il mio lavoro? Il mio dono?
Amare è fare spazio, fare spazio. Fare spazio nella casa, fare spazio nei cassetti e negli armadi, lasciare che un altro usi le tue cose e le metta nei posti dove tu non vorresti, lasciare che un altro appenda il suo asciugamano sul tuo gancio... l'unico, dargli il tuo letto e dormire sulla branda, dargli la branda e dormire su una poltrona... e sapere per certo che neanche un letto ti è dovuto, perciò... niente ridicoli pensieri di eroismo!
Amare è lasciare le tue ore, i tuoi giorni, per le ore e i giorni di un altro; lasciare il tuo silenzio per la voce, il lamento, le grida di un altro.
Amare è fare spazio, fare spazio fuori di te e scoprire che corrisponde ad area e perimetro del tuo cuore: è esattamente lo spazio del tuo cuore a non essere più tuo.
Amare è lasciare lo spazio delle tue parole, quelle che cerchi più appassionate, al silenzio della discrezione. Diventare muti per amore è una delle cose più difficili del mondo, è quasi come scomparire.... è lasciare tutto, tutto, tutto lo spazio che quasi non ce n'è più neanche per la tua anima... infatti la tua anima è un altro.
Ma quando arriveremo in fondo al dono di questo viaggio troveremo che in realtà il nostro spazio era diventato più grande dell'intero universo, troveremo che era il mare infinito della nostra felicità quello dove stavamo nuotando.
Buon viaggio a tutti quelli che vogliono amare.

affezione

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Che bella la mia città quando c'è il sole!
Sì, è come una bella signora sempre imbronciata, che non si ferma mai, e mai una parola gentile, un po' di calore umano... ma quando tira su la testa e sorride, e non se ne accorge... il sole le illumina gli occhi. Un po' di rughe le ha, si vedono.
Un carattere scontroso ce l'ha e spesso hai voglia di scappare.
Ma com'è bella quando la guardi e basta, quando ricordi quello che hai fatto con lei, quando c'era più tempo da perdere, e fare gli egoisti era quasi permesso di diritto.
Ora viaggio con il naso all'insù, sulle facciate dei palazzi il sole squilla i colori, sì, anche qui. Si è tolta il vestito grigio, quello che mette in ufficio, indossa un abito leggero, anche se siamo alla fine di ottobre. Giallo ocra, verde e rosso mattone, inforca la bicicletta, quella con i freni a bacchetta, quella che arrugginiva in cantina, e si prende il tempo di guardare le vetrine, di entrare nei negozi e giocare a provarsi i cappelli; proprio come faceva quando bigiava le lezioni e scappava sul corso con le amiche, a parlare di vestiti, ragazzi e canzoni.
Com'è bella Milano quando si prende una vacanza da sè stessa!!
Per favore, amatela un po' anche voi....
ciao ciao



riposo

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A guardar bene cos'è la pace? Quando ti senti 'in pace'? Quale immagine migliore della pace possiamo trovare di quella di un bambino in braccio alla madre?
Ma come mai lui sì e io no? Come mai per me è così difficile una pace così?
Cosa mi manca? Cosa ho perduto?
L'incoscienza?
Di cosa ci siamo caricati?
Preoccupazioni?
Responsabilità?
Il mondo da portare sulle spalle?
Si, troppo spesso abbiamo il collo più rigido di quello del mitico Atlante. E che fatica! Quanta più fatica lasciare quel peso che non portarlo!
C'è bisogno di qualcuno che si prenda cura di questo mondo che noi portiamo, che se lo prenda un po' sulle sue di spalle.
Ma è una parola!
C'è bisogno di qualcuno di cui fidarsi, a cui abbandonarsi.
E non per scaricare le nostre responsabilità, le nostre serissime, importantissime, inderogabili, inestinguibili responsabilità.
Se non sei tu a manipolarla, la realtà precipita nel caos: forse l'unica certezza che ci ostiniamo a difendere, e, devo dire, molto meno ragionevole della fede in Dio... visto le innumerevoli prove 'provate' che sono i nostri errori.
Ecco cos'è la pace: sicuri di non essere soli, sicuri che quel che lascio per un po', quel che da sempre e per sempre amo, sarà conservato mentre mi riposo, mentre mollo la presa, mentre ammetto la mia impotenza.
Mi abbandono nella certezza del futuro perchè mi fido di un bene presente, forte, amico. Riaprirò gli occhi guardando stupito il mondo come l'ho lasciato; perchè il miracolo più gentile di Dio, diceva Marshall, non sono gli sconvolgimenti del cosmo, ma che l'universo intero, dalla più lontana stella al mio attaccapanni, rimangono lì dove sono, mentre io sto dormendo.
E anche se qualcosa si muove, sii certo, non è caos ma:
"Tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra"


Buon riposo, piccolo uomo diffidente!

appassionati

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Mi hanno detto 'sei passionale' come se dicessero 'non ragioni' oppure 'fingi'. Non mi sono offesa, però ho come sentito il rumore sordo e improvviso di qualcuno che.... prendeva una cantonata! E non era mia la capoccia col bernoccolo.
Appena si dice 'passione' appare sullo schermo del cervello una certa immagine languida e retrò, svenevoli e capellute fanciulle alla Rossetti, elegantemente morenti, o sul punto di...
Oppure qualcosa come la sfrenata allegria della nutrita e rosea polpa descritta da Rubens.
Sì, potrebbe essere anche questo, non lo nego.... ma non mi basta. Forse è una sfida lanciata da una perfetta ignorante, ma in qualche modo la mia esperienza mi dice che la passione ha la sua buona e abbondante dose di razionalità.
Vivo in un mondo che mi sembra sempre più governato dall'istinto e troppo spesso, davvero troppo spesso si confonde il termine con passione.
Mi rifiuto, decisamente mi rifiuto. Sbaglio?
Non so per quali sentieri della storia e del pensiero è arrivata fino a noi questa convinzione, forse ha qualcosa a che fare con l'idiozia (e diciamolo una buona volta che è un'idiozia!!) del 'buon selvaggio'.
Come se chiamando l'istinto 'passione' tutto possa essere permesso, giustificato, approvato, reclamato come diritto.

Poi stasera ho ascoltato un concerto, bellissimo e struggente; una delle mie passioni (appunto) Aranjuez di J. Rodriguez. Ardore spagnolo, da sciogliere il sangue. Guardavo il direttore d'orchestra, i professori e il chitarrista e pensavo alla disciplina che richiede una tale esecuzione; lo studio, le sudate e il male alle dita. Senza contare il lavoro di scrittura dell'autore.
E così ho ottenuto la risposta: cosa c'è di più passionale e disciplinato della musica?
No, non mi attacco alle tende come un'eroina preraffaellita, e neanche mi aggiro tra le soddisfatte natiche rosa dei cherubini di Rubens... anche se mi piacciono tantissimo!
La passione umana che intendo io ha molto più a che fare con un canto gregoriano, immensamente più profonda e, lasciatemelo dire, molto ma molto più promettente in fatto di piacere, sì di piacere.
Perchè????
Ma perchè mi lascia intera: ragione e cuore, sarà mica piacevole eliminare una parte della propria umanità!

di tutti i colori

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La maestra Donatella oggi mi ha chiesto di fare una ricerca di siti per aiutare le maestre dei bambini stranieri.
Si perchè i bambini che non sanno la nostra lingua, che devono stare a scuola tutto il giorno con tante persone nuove, hanno bisogno di maestre che la sanno lunga.
E' vero che i bambini imparano in fretta, ma questo non vuol dire che sia tutto facile per loro. Non esistono sconfitte, timidezze e incomprensioni piccole, esistono bambini e anche maestre che vivono tutti i giorni la fatica, ma anche la gioia e la sorpresa di stare insieme parlando lingue totalmente diverse.
Allora ecco un minuscolo aiuto per tutti quelli che cercano una mano per navigare in questo mare, che potrebbe anche arrivare a chiamarsi amicizia.


SITI CON ATTIVITÀ DI ITALIANO PER STRANIERI
I siti sono elencati in ordine alfabetico.
Raccolta effettuata da Paolo Balboni, Helena Bažec, Rossella Beraldo, Paola De Matteis, Marco Mezzadri, Alberta Novello, Paolo Torresan, Maria Luisa Vassallo.
“Oggi e domani”: corso completo, elementare,  esercizi e suoni, con traduzioni in inglese.
Esercizi interattivi di lessico e grammatica. Cliccare su “solo testo”.     
Schede di fonetica, con la pronuncia corretta delle vocali, delle s, e delle z. 
Funzioni comunicative da apprendere ad un livello base. 
Esercizi lessicali e grammaticali, spiegazioni in italiano. Per anglofoni.
Molti materiali per l’insegnamento della lingua per comunicare e per studiare, sia per ragazzi che per adulti.

Progetti e materiali per l’accoglienza e l’inserimento nella scuola.
http://www.conversazione.net/
Lettura, ascolti, esercizi interattivi e altri stampabili su carta.
Video didattici, spiegazioni in portoghese, spagnolo, inglese.
Dizionari ed esercizi grammaticali.
Offre 1 demo online su tre livelli.
“Metasito” con ricchi elenchi di risorse.
Percorsi didattici da utilizzare in classe; materiali per studenti e insegnati.
Corso della RAI per immigrati, scaricabile.
www.elimagazines.com/play/giochi.htm 
Attività lessicali e giochi didattici.
 “Metasito” con ricchi elenchi di risorse.
www.hueber.de/sixcms/list.php?page=downloads_ita_spr
Attività lessicali e giochi interattivi.
http://icp.ge.ch/sis/lingua/giochi
Esercizi interattivi e stampabili su carta. Schede grammaticali. Esercizi con immagini. Brani sonori (canzoni, pubblicità, spezzoni di film). 
File mp3 per la narrazione e l’ascolto di storie.
Demo online della scuola di italiano ILUSS. Test interattivi di grammatica e lessico, letture.
Sito di link per italianisti, al cui interno si trovano indirizzi di siti specialistici.
Testi di facile lettura per lo studio delle discipline scolastiche.
Materiali per corsi di lingua per ragazzi e adulti.
Oltre 130 materiali disciplinari per lo studio per studenti stranieri. In continuo ampliamento.
Demo del corso in rete della ICON, consorzio di università italiane: solo l’unità 7 è scaricabile.
Percorsi didattici per i diversi stili d’apprendimento.
http://www.locuta.com/classroom.html
“The Italian electronic classroom” – progetto del Centro Studi Italiani. Esercizi di grammatica, lessico, fonetica, spiegazioni grammaticali, ecc.
http://www.marcodelisi.com/testi/insegno.htm
Letture, ascolti e esercizi (strutturali) stampabili su carta.
Sito dedicato all’insegnamento della storia. Per ragazzi.

http://www.puntolingua.it/esercizi_intro_ita.asp
Esercizi di grammatica suddivisi per livello
http://webs.racocatala.cat/llengua/it/index.html
“Impariamo l’italiano” – esercizi di lingua italiana, Esercizi da svolgere a computer su grammatica, lessico, modi di dire, ecc.
Materiale didattico di italiano per stranieri aggiornato ogni 15 giorni, copre vari livelli da quello elementare a quello avanzato e propone materiale molto vario: attività d riflessione linguistica di lettura e comprensione,ecc. 
Fornisce una valutazione dei materiali presenti online su siti specifici per l'insegnamento/apprendimento dell'italiano.
Strategie interattive per il rinforzo lessicale.
“Quattro passi nell’italiano” – Attività di comprensione e di riflessione grammaticale. Per studenti adulti, di livello B2.
Scheda di analisi dell’attitudine linguistica, usabile anche per l’auto-analisi.
http://utenti.lycos.it/italianonline/
Cruciverba.
http://web.uvic.ca/hispanital/italian/italian100/
Cruciverba, quiz, attività di completamento, ecc. 
http://www.zanichelli.it/benvenuti/index.html
“Benvenuti nella scuola italiana” – sito dedicato agli studenti immigrati inseriti nella scuola italiana. Schede di storia, geografia, civiltà.

grazie ai signori elencati all'inizio e
ciao ciao

Correzioni

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Cosa fa una maestra? A cosa serve? Molta, moltissima parte del suo tempo la passa a correggere. Come un timoniere corregge la rotta. Proprio quel timone rotondo di legno, quello delle navi dei pirati. Anche divertente se vuoi!
Si, ma per seguire la rotta bisogna, appunto, seguire. Seguire la carta, seguire chi sa la strada, seguire per andare verso la meta... seguire, per correggere... lasciarsi correggere.
Adesso ci stiamo preparando forme meccaniche di correzione, come un pilota automatico per evitare errori di rotta... peccato che per programmarlo non sappiamo più tanto bene dove sta l'indirizzo.

Test di ingresso, li chiamano così. Crocette e numeri... 1-2-X sembrano schedine da compilare, solo che la schedina almeno è divertente!

Poi ti accorgi che qualcosa non funziona, abbiamo sbagliato ad impostare un esercizio, là c'è una domanda non chiara, troppo ambigua... e... guarda che sorpresa! La testa di un bambino sa rispondere in modo intelligente ad un quesito stupido, oppure non risponde, e non perchè non sa... ma perchè sa benissimo che lì non c'è da rispondere, ma solo da domandare!

Ci sarebbe da fare i salti di gioia!! E invece no! Noi, i grandi, pretendiamo di essere perfetti al primo colpo... che neanche un premio Nobel!

Fai il calcolo degli errori, e ti ritrovi un tabulato che parla di un gruppo di tonti, ma io li conosco... non sono loro!... e fino qui nessun problema: le maestre non sono supereroi... l'errore si può correggere, nessuno scandalo.
Il problema è che difficilmente si riconosce l'errore, abbiamo paura ad ammettere lo sbaglio, non ci stiamo a sottoporre la nostra intelligenza alla realtà, il nostro lavoro al giudizio. E così riapriamo il sipario sul teatro dell'assurdo: sono le persone che devono adattarsi ai test e non viceversa.
Ma tu dimmi! Il mio lavoro è correggere... ma come potrò farlo se non lascio che nessuno corregga me? Fosse anche un inconsapevole bambino!