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Senza catene, stare insieme a te...
Papa' ha deciso che basta, aveva voglia di andare. Basta, qui aveva finito il suo compito. Ma non e' mica andato via da solo...no. Non se n'e' andato sbattendo la porta: aspettava, semplicemente chiedeva ed aspettava. Mi viene in mente l'immagine di un bambino, seduto per terra, che tende le mani verso sua madre, voleva essere preso, con lo stesso sguardo, con la stessa aspettativa. Ed e' strano ripensare agli ultimi giorni, i piu' duri, eppure cosi' pieni di una dolcezza che non gli ho mai riconosciuto: "ho detto a tua madre che non l'ho mai amata come adesso, a 90 anni"...i continui "grazie" a tutti, alle infermiere, alla badante, a sua moglie, ai figli sempre distratti. Lui no, non era distratto, era fisso ormai in un punto, anche il suo guardare, piu' acuto.
Una vita con tuo padre, un tipo piuttosto ingombrante e difficile ma...tuo padre. Ora che non squilla piu' il telefono per richieste o raccomandazioni mi sembra cosa strana. Cosa strana: ogni volta che ti penso, papa', mi scappa un sorriso. Una tenerezza che sembrava impossibile. Frasi come "non cambiera' mai" erano ormai scontate, ed ecco il grande cambiamento, perche' lo so che mica te ne sei andato, hai solo dimostrato a tutti noi e al nostro cinismo, che hai saputo cambiare, che cambiare si puo'. Fino all'ultimo istante e anche dentro quell'istante, quello del Grande Cambiamento. E adesso sei sempre con me, dove volevi stare, senza catene sempre insieme a me.
Ciao papa', che facciamo oggi?
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estrema ribellione: nulla si perde nel nulla
Occorre spostare il centro di attenzione da sè ad altro. Altrimenti si entra in un labirinto.
Lo dicevo stasera a mio padre, ma lo dicevo a me. Come è vero!
In questo momento papà è fissato sui suoi bisogni... si direbbe che non potrebbe fare altrimenti, lo giustifichiamo... ma è giusto davvero?
Poi ti accorgi che facendolo parlare d'altro, raccontandogli cose, anche una barzelletta, una stupidaggine, un'impressione... non è distrazione, è rimettere sulla strada, è spostare la prospettiva, riaggiustare il baricentro.

C'è un altro uomo in quella corsia, un uomo che se ne sta andando. Tempra tenace, sofferenza tanta, voglia di vivere... di più.
Lo guardavo stasera e mi immaginavo la sua vita, chissà com'era da giovane? Chissà che ragazzo era quando ha incontrato sua moglie, chissà come si sono voluti bene, che padre è stato? Cosa gli piaceva? Cosa no?
Quello che si è vissuto. Nella buona e nella cattiva sorte, la condivisione di una vita... anche per un uomo soltanto, un piccolo puntino nell'universo... non può azzerarsi in un attimo.
No, l'uomo non può essere ridotto alla sua sofferenza, l'uomo non è definito dal suo dolore... non è possibile, non mi rassegno. Al nulla non mi rassegno.
Caro signor Renzo, chissà se riuscirò a raccontare la sua storia?
Io credo che ci sia un Paradiso, ma non mi basta pensare che il signor Renzo troverà nel futuro, anche se fra poco, un posto bellissimo dove starà bene, dove tornerà il suo vigore e la bellezza della sua esistenza, c'è un seme di bellezza anche su un letto di morte, c'è una nota costante, ostinata, ricorrente, in sottofondo che dice la grandezza di un uomo e il frutto prezioso di una vita proprio lì dove tutto griderebbe fine, guasto, dolore, inutilità, soprattutto inutilità.
No, la morte non è l'ultima parola sull'uomo... non domani, adesso.
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