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per andare a ballare
L'avrebbe accompagnata in capo al mondo, ma lei faceva la cassiera all'Upim, non aveva in testa grandi sogni: qualche domenica al parco, in estate il gelato 'da passeggio' e in inverno un cinemino con le amiche.
Profumo di colonia e saponetta Palmolive.
Però a ballare ci andavano! E che piroette!
Le belle gambe mai ferme, impaziente che qualcuno la invitasse, scalpitava e rideva forte. Ma non doveva mai aspettare molto, aveva sempre intorno qualcuno... che gelosia! Da rodersi...
Certo che lui era il preferito, il migliore, quello a cui lei teneva di più. Ne aveva cura, ne era orgogliosa.
Non avrebbe potuto permetterselo, ma dopo molti sospiri e risparmi era finalmente riuscita a comprarlo, fu amore a prima vista: 'voglio quello in vetrina, quello giallo a pois, in cotone batista, con il collettino rotondo' e la vita stretta segnata da un bel fiocco discreto.
Era il suo vestito delle domeniche estive, quello del primo appuntamento, quello delle sale da ballo.
Quanti ricordi!
Quanta musica in quegli splendidi anni cinquanta, gioventù in bianco e nero, che copriva l'eco ancora vicino dei bombardamenti con il fruscio dello swing, con il crepitare di quel motore già nato ribelle: il rock and roll.
E lui le girava intorno, le faceva la ruota... intorno alla sua bella e giovane Elvira.
Poi l'hanno chiuso in un armadio, odor di naftalina, anni di buio. Ogni tanto una bambina apriva quella scatola, affondava le manine tra le pieghe, lo indossava, così per giocare. Che buffo vestito! Il vestito della mamma, il vestito della nonna da ragazza!
Ora anche Jessica era cresciuta, 'ma che nomi legate sui vostri figli adesso, figli miei?'. Aveva trovato un negozietto Vintage 'nonna posso vendere il tuo vestito? E' un affare'
Ma si, inutile stare attaccati alle cose, quando si è vecchi i ricordi sono tutti già al sicuro, si diventa più ricchi, non servono più tanti oggetti, come se si sapesse con certezza che fra poco i giorni passati torneranno a vivere davvero, e per sempre... fuori dalla naftalina Elvira!!
'Ma si Jessica, se ti fa contenta..'
Ed eccolo lì, di nuovo in vetrina. Ma come era cambiato il mondo! Quanti anni? 50? 60?
Le ragazze? Si, qualcuna era carina, un po' sfacciatella ma carina... mai però quanto la sua Elvira... anche oggi, intravista da una scatola, da sotto lo strato di naftalina... ancora dolce e vivace... la sua Elvira, pur con i capelli bianchi, quelli che un tempo così morbidi e lunghi lo accarezzavano sulle spalle!
Elvira, la graziosa, con la gonna a palloncino e la sottoveste di pizzo.
Albertino
E la suprema punizione della maestra? 'Gira il fiocco dietro la schiena!'... il marchio dell'infamia!
E il profumo della scuola te lo ricordi? Sapeva di gesso e di matite nuove... non ci sono più scuole profumate così... e sì che ne ho girate tante!
Al mattino ero pronta in fretta, cartella sulle spalle suonavo alla tua porta, non c'era da fare molta strada... stesso pianerottolo, e tu, puntualmente a lottare ancora con latte e biscotti... e poi dicono che sono le donne a farsi aspettare!
Eravamo proprio amici, non troppo attaccati, non troppo distanti. Stessa età, stessa scuola, classi diverse, erano rare le classi miste, stessi giochi. Non ricordo un litigio, neanche uno.
Tu avevi i tuoi giochi 'da maschio' da giocare con i maschi, io le mie carabattole da 'giochiamo alle signore'... poi ci cercavamo e facevamo un misto... ho iniziato allora a ridere bene delle cose 'da femmina' e invidiare un po' le sfide fisiche 'da maschi'... confusione di ruoli? No... conoscenza e allegria.
Eravamo bambini, stavamo bene insieme.
Tua madre un giorno usò una parola: 'gelosia... è geloso di te'... ricordo che mi sembrò una cosa buffa, non ne sapevo il significato, non avevo mai provato, ancora, quello strano pesante chiavistello del cuore, quella catena arrugginita fatta per legarti al palo.
Ma era una parola... io avevo un fatto: tu e io eravamo amici.
Avevamo il cuore leggero e la libertà dell'amicizia vera.
Bambini? Si, anche tra bambini esiste, può esistere come un dono, come una gemma che spunta dalla scorza, la forza e la bellezza di un'amicizia vera e semplice.
Cambio di casa, non ci siamo mai più visti. Sì, vagamente so qualcosa di te ma... quello che mi rimane è una fotografia con le smorfie sotto il sole di un pomeriggio estivo, e il ricordo vivo di un fatto: l'amicizia vera esiste.
Stammi bene Albertino ovunque tu sia!
ciao ciao!
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