Maestri

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 "Rope" che in italiano fa "Nodo alla gola". Hitchcock, film del 1948. Due studenti uccidono un loro amico senza alcun movente e nascondono il cadavere in una cassapanca. Subito dopo, proprio su quella cassapanca, preparano un buffet a cui sono invitati alcuni personaggi tra i quali anche un ex professore dei giovani, uno di quelli che affascinano i ragazzi, brillante e arguto maestro di cinismo.

Il film è tratto da un pezzo teatrale ed è stato costruito con una tecnica particolare: l'azione si svolge dalle sette alle nove di sera e il regista voleva che le riprese fossero effettuate in tempo reale.
Hitchcock ne parla nella famosa intervista con Truffaut, però lo considerava un film 'pasticciato' dal punto di vista tecnico. Sicuramente avrà avuto le sue buone ragioni, ma io vedo solo l'opera di un uomo geniale e creativo.
Non so cosa serva per essere geniali, sicuramente per essere creativi servono degli ostacoli, e Hitch se li è andati a cercare tutti lavorando letteralmente contro sè stesso e il suo modo consueto di intendere il cinema.

Unico film fino allora interamente girato senza interruzioni di ripresa. Queste alcune delle sfide per il regista: niente spezzoni da poter girare in libertà e poi mettere in ordine in fase di montaggio, cambi di luce necessari, primi esperimenti con il colore e bobine di pellicola che finiscono mentre stai ancora girando.
Come ti risolve 'quel gran genio del mio amico' Alfred?
Monta il film prima ancora di girarlo, compresi i movimenti di macchina e quelli degli attori, prepara uno scenario curato al millimetro che comprenda anche il cambio lento di luce, ogni volta che sta per finire la bobina fa una inquadratura ravvicinata sull'abito di uno dei personaggi e da lì riprende all'inizio della bobina successiva. Il risultato che vediamo noi, ignari di tutte le impalcature nascoste, è un film dalle caratteristiche uniche.

Adesso che ho osato contraddire sir Alfred, senza vergogna oserò paragonare questo film a 'L'attimo fuggente'.
Non è temerarietà...è proprio sfacciataggine, ma chi se ne frega...
Allora: come nel tanto lodato attimo che fugge, anche qui si arriva al limite estremo della morte, anche qui c'è un professore affascinante che plasma i cervelli e i cuori dei suoi discepoli, ma, a differenza del pur bravo Williams, qui James Stewart interpreta un uomo che si rende conto di che razza di bombardamento può causare un insegnante vanesio e, udite udite...non giustifica i propri errori.
Va da sè che preferisco quest'ultimo al professor Keating scalatore di...banchi, almeno qui non si cerca di spargere il fumo della teoria pur di nascondere la tragica e testarda realtà.
Non si scherza. Con le vite degli altri non si scherza e un maestro questo dovrebbe saperlo bene.
Non male come suggerimento da un film, vero?!

P.S. attenzione: nel video che ho caricato appaiono le ultime scene del film, per chi non conosce la storia e preferisse vedere tutto dall'inizio suggerisco prima la visione completa.

fatti per volare

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Mi hanno chiesto: "ma non piangi che ce ne andiamo?"...me l'hanno chiesto ieri, ultimo giorno di scuola, ultimo giorno dell'ultimo mese, dell'ultimo anno della prima scuola, quella dell'ABC, quella del sussidiario e delle ginocchia sbucciate. La scuola della nota sul diario che ancora ti fa tremare, la scuola che "quello che impari alle elementari non te lo scordi più", la scuola delle amicizie che non sai ancora come funzionano e che se litighi ti sembra di aver perso il mondo.
 Mi hanno chiesto perchè non piango dopo cinque anni di imparare e di conoscersi insieme.
Allora... adesso che ci siamo già salutati, adesso rispondo.
Punto primo, e ultimo: la vostra maestra - ragazzi -  di ragazzi ne ha visti un sacco, e in ogni sacco c'era un tesoro diverso; semi che sono stati messi a dimora, alcuni nella terra buona, altri tra i sassi...come raccontava un mio amico. Lacrime asciugate e alcune lasciate scorrere per terra, risate contagiose e argentine, altre sciocche e inutili. Occhi attenti, curiosi, vivaci, altri stanchi e annoiati.
 A volte la vostra maestra ha sofferto, a volte è stata contentissima come a Natale davanti ad un regalo inatteso, spesso ha conosciuto lo stupore di una scoperta antica tra le mani di un piccolino...segni che diventavano suoni e parole...la magia delle parole scritte e dette, e vi assicuro, è una vera magia! Una maestra ha delle gioie e dei dispiaceri, come tutti.
Però il dispiacere più grande, quello che la lascia sempre con il cuore per strada in una notte di pioggia, è vedere un bambino che non vuole crescere, non perchè non vuole diventare grande, ma perchè grande si crede già. Sai, uno di quei bambini che qualsiasi cosa gli dici è come se non fosse per loro, come se il tempo non avesse niente in serbo per loro, nessuna gioia di scoprire, nessuna voglia di sorprese. Sono bambini che hanno paura, in genere circondati da adulti terrorizzati, che vorrebbero conservarli in naftalina, preservarli dal sacrificio e dalla fatica...preservarli dalla vita insomma.
Grandi - grandi?- che impediscono la gioia di ogni conquista, che nascondono ai piccoli il gusto dolce-amaro delle sfide.
 Questi loro bambini vivono circondati da barriere, barricate di difesa contro tutti i possibili schiaffi della vita...alcuni dicono che così si difende il futuro, in verità non vogliono rogne, e forse c'è anche da capirli, il rischio di tirar su degli uomini può sembrare roba adatta solo a super-eroi. Ma così i loro bambini soffocano.
Forse hanno tutto...ma soffocano, sempre malatini e saputelli, così impauriti di fronte all'imprevisto di una faccia diversa, di un fatto non programmato...di un amico che non è come vogliono loro, di un mondo che non funziona secondo i loro piani, dove una zanzara diventa un mostro. Condannati al lamento e forse anche alla solitudine.
 Ecco, sono questi i dispiaceri della vostra maestra. Ma voi siete fatti per volare, sono pronta ad affrontare il rischio di una vostra aluccia rotta, di uno smacco che brucia, sono pronta a sentirmi dire che sono senza cuore o troppo distratta e debole, che non ascolto i piagnistei ma... non voglio, per niente al mondo voglio fermare il vostro volo... e così se vi vedo spiccare il salto, anche con delle goffe rincorse, sbattendo le ali senza stile o pericolosamente inclinati alla prima brezza...tratterrò il respiro, mi darò i pugni in testa per tutti gli errori fatti ma...no, non piangerò perchè voi siete fatti per volare.
Grazie per avermi insegnato ancora qualcosa della vita...speriamo che mi promuovete...
 E le lacrime...lasciamole a chi ha paura di soffrire per qualcosa di grande come la normalità della vita.