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Nuovo anno scolastico, nuova scuola, nuovi bimbi, nuove colleghe. Chiacchiere in cortile: ci si conosce, si racconta di sè.
Racconto di me.
Racconto come posso, a bocconcini, tra un ginocchio sbucciato e un "guarda maestraaa!"
Più bello dire cosa mi piacerebbe fare con questi marmocchi che a malapena sanno scrivere e leggere, tante cose da provare, tanti occhi da scrutare. Sarò capace di non sbagliare? Francamente non mi importa. Quello che voglio è non scappare.
Sì, va bè, da una scuola non si evade come dalla prigione, dai, maestra!!
Credete?
Io sono convinta di sì, si può, eccome! Ed è un'evasione pericolosissima. Si rischia di diventare statue di pietra.
La maestra scappa quando invece di ascoltare Pierino pensa già di sapere cosa ha da dire, lo caccia al posto e gli dice di stare zitto.
La maestra evade quando davanti al centesimo errore di ortografia pensa e, ahimè troppo spesso dice, "basta, non tento più, tanto non imparerà mai".
La maestra evade quando non vuole più ridere con i suoi bambini.
La maestra evade quando ha messo tutti in fila già alle quattro e un quarto e, aspettando la campanella in corridoio, conta i minuti e i secondi.
La maestra evade quando pensa che non deve e non può sbagliare mai, nessuno, nemmeno lei.
La maestra evade quando alla fine della seconda settimana di scuola conta i giorni che mancano alle vacanze di Natale.
Ma tutte queste sono evasioni con le catene. La maestra viaggia verso casa e si trascina la palla al piede di questo mestiere, che forse un giorno ha scelto come ripiego, o all'inizio davvero entusiasta, e si sente condannata fino alla pensione, nuotando nelle sabbie mobili del lamento, suo e di chi le sta intorno.

Grazie, no!

Io preferisco vivere. Anche se, lo so bene, questo mestiere è pericoloso. Ti sfida. Fai i conti tutti i giorni, e in alcuni giorni tutti i minuti, con la tua nullità. Impotenti cavalieri di ventura sono tutti i maestri. Il signor nessuno oggi entra in classe e tante paia di occhi aspettano la risposta ad un'unica micidiale domanda: "Fammi vedere per che cosa vale la pena vivere oggi". O tenti di rispondere, o ti nascondi. Sfida.

Poi, quando hai finito di raccontare, tranquilla che c'è sempre qualcuno, in modo caritatevole ovviamente, ti elargisce il consiglio dei consigli: "Ah! ti do tempo una settimana e tutto il tuo entusiasmo crollerà, qui nessuno ti dirà mai grazie!"

Ecco, la maestra evade quando nella pretestuosa attesa di un grazie diventa una mummia sulla porta della classe. Preferirei di no.
Bambini, andiamo in aula che dovete far scoprire il mondo alla vostra piccolissima maestra.
Buon anno scolastico a tutti!!