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Per-dono
Una lama di luce taglia un angolo di spazio in alto a destra. La luce di Caravaggio è il segno della Grazia, giusto?
Qui è una luce discreta, quasi un ritirarsi in silenzio dopo la lotta e i pianti. 'Se ti abbracciassi ti ucciderei di troppo amore'... come è più grande l'amore quando a volte si ritrae, trattiene l'impeto, si mette in disparte in silenzio.
Ma gli occhi non li toglie da lei, vigila sulla sua rinnovata creatura. Resta in piedi a guardarla, a vegliare gli ultimi sussulti del pianto... quanto avrà singhiozzato questa povera ragazza prima di cedere all'evidenza!
E cedere vuol dire proprio mollare la presa, lasciare tutto quello che pensi ti sostenga, che pensi sia tuo di diritto, il luccicare dei tuoi gioielli, la morbidezza delle vesti, la tua casa, le tue infatuazioni, il tuo nome, le tue faccende... tutto.
La prospettiva rimpicciolisce l'immagine ma non la annulla, sottolinea solo la sua povertà non cancella la sua dignità. Ora Maddalena è più bella, non ha più difese, non paraventi di vergogna. Ora sa di essere veramente e definitivamente amata, e non perchè si è dimenticata della sua vita passata... anzi, più se ne ricorda più sale la marea della gratitudine e della pace. Proprio lì dove erano rabbia e vergogna, buio e vuoto, lì ora lei vive di gratitudine.
La testa reclinata sulla spalla, il caldo colore dei capelli, la fisionomia... ricordano un altro quadro, un altro personaggio, e non solo perchè Caravaggio ritrae la stessa modella: 'Riposo durante la fuga in Egitto' Maria si appoggia, stanca, al suo bambino. E' lo stesso abbandono, lo stesso sospiro e, se guardo bene, mi accorgo che non è proprio la mamma che regge il figlio, ma il Figlio che sostiene questa povera umanità stanca e fragile.
E cosa c'è di più fragile di un povero cuore che non sa di essere amato, che mendica un po' di pace e di certezza, che ha sete di uno sguardo di simpatia, di una parola che comprende, di un gesto che sa condividere?
Cosa c'è di più fragile di una umanità che ha bisogno di perdono?
le armi di Davide
Proprio quel Davide lì, quello che ammazza Golia con la fionda, che frega tutti i Filistei davanti ad un attonito Saul.
Ho riascoltato questa mattina il racconto di questo ragazzetto un po' spavaldo. Eccone alcuni passi, quelli che più mi hanno colpita:
"Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente».
Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va' e il Signore sia con te». Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato.
Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò. Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo. Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva.
Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele.
Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte.
La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga."
Spavaldo, sì, ma non uno spaccone. Di quali armi si fidava il ragazzo? Forse anche della sua fionda, forse anche della sua esperienza, ma quale esperienza in definitiva?
Quella di essere già stato salvato altre volte. E se Dio l'ha salvato dal leone e dall'orso che sono animali senza coscienza, quanto più lo salverà da questo gigante zoticone che osa offendere il 'Signore degli eserciti'?
Davide non mette mai davanti la propria abilità, ma la fiducia in un altro che si è già dimostrato affidabile. Davide non è cieco, è un ragazzo intelligente. Golia mica perderà perchè 'sono più bravo io'... Golia perderà perchè semplicemente ha torto e ha osato offendere chi è più forte di lui.
Occhio acuto, mira infallibile, agilità e scatto... no, non sono queste le sue doti principali, il suo coraggio non si dimostra nella sfida gettata a Golia, ma in quella che accetta da Dio stesso: 'Ehi, ragazzo! Ti fidi o no che io so vincere ancora una volta?' E li stupiranno con effetti speciali, quelli più speciali: 'zero tituli'!
Ci vuole più coraggio a contare su di un altro che non sulle proprie forze... garantito!
Di un altro e della propria esperienza; non rifiuta le armi di Saul prima di averle provate, non ha preconcetti, ma neppure è passivo, per esperienza sa che con lui non funzioneranno.
Ed è buffissimo immaginarlo camminare goffamente dentro quell'armatura così preziosa e così inutile... giusto per far contento il suo re, giusto per tener conto di tutti i fattori.
Per questo tra le immagini che rievocano la figura di Davide, quella di Michelangelo proprio non mi convince. Sì, perfetto, non c'è un muscolo fuori posto ma... scusate l'orrenda eresia... io quello me lo vedo meglio come modello in un negozio di Abercombie, uno che se la tira alla grande insomma!
Davide è davvero un ragazzo, stupito di quello che le sue mani riescono a fare, certo delle sue doti è vero, ma più certo della forza di un altro, perchè sa che le doti non bastano, sa che sono date, appunto, da un altro. E' la certezza di un bambino, un bambino orgoglioso e spavaldo per mano a suo padre.
Ecco allora il Davide a cui penso io. E ancora una volta: Caravaggio.
Ho riascoltato questa mattina il racconto di questo ragazzetto un po' spavaldo. Eccone alcuni passi, quelli che più mi hanno colpita:
"Ma Davide disse a Saul: «Il tuo servo custodiva il gregge di suo padre e veniva talvolta un leone o un orso a portar via una pecora dal gregge. Allora lo inseguivo, lo abbattevo e strappavo la preda dalla sua bocca. Se si rivoltava contro di me, l'afferravo per le mascelle, l'abbattevo e lo uccidevo. Il tuo servo ha abbattuto il leone e l'orso. Codesto Filisteo non circonciso farà la stessa fine di quelli, perché ha insultato le schiere del Dio vivente».
Davide aggiunse: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul rispose a Davide: «Ebbene va' e il Signore sia con te». Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l'armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato.

Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. Il Filisteo gridò verso Davide: «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?». E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo gridò a Davide: «Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche». Davide rispose al Filisteo: «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele.
Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché il Signore è arbitro della lotta e vi metterà certo nelle nostre mani». Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al Filisteo. Davide cacciò la mano nella bisaccia, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte.
La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra e lo colpì e uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga."
Spavaldo, sì, ma non uno spaccone. Di quali armi si fidava il ragazzo? Forse anche della sua fionda, forse anche della sua esperienza, ma quale esperienza in definitiva?
Quella di essere già stato salvato altre volte. E se Dio l'ha salvato dal leone e dall'orso che sono animali senza coscienza, quanto più lo salverà da questo gigante zoticone che osa offendere il 'Signore degli eserciti'?
Davide non mette mai davanti la propria abilità, ma la fiducia in un altro che si è già dimostrato affidabile. Davide non è cieco, è un ragazzo intelligente. Golia mica perderà perchè 'sono più bravo io'... Golia perderà perchè semplicemente ha torto e ha osato offendere chi è più forte di lui.
Occhio acuto, mira infallibile, agilità e scatto... no, non sono queste le sue doti principali, il suo coraggio non si dimostra nella sfida gettata a Golia, ma in quella che accetta da Dio stesso: 'Ehi, ragazzo! Ti fidi o no che io so vincere ancora una volta?' E li stupiranno con effetti speciali, quelli più speciali: 'zero tituli'!
Ci vuole più coraggio a contare su di un altro che non sulle proprie forze... garantito!
Di un altro e della propria esperienza; non rifiuta le armi di Saul prima di averle provate, non ha preconcetti, ma neppure è passivo, per esperienza sa che con lui non funzioneranno.
Ed è buffissimo immaginarlo camminare goffamente dentro quell'armatura così preziosa e così inutile... giusto per far contento il suo re, giusto per tener conto di tutti i fattori.

Davide è davvero un ragazzo, stupito di quello che le sue mani riescono a fare, certo delle sue doti è vero, ma più certo della forza di un altro, perchè sa che le doti non bastano, sa che sono date, appunto, da un altro. E' la certezza di un bambino, un bambino orgoglioso e spavaldo per mano a suo padre.

Caravaggio
Bè il caratterino non è dei più docili, va in giro sempre con un coltello alla cintola, ma di questi tempi Roma è un po' come Chicago negli anni del proibizionismo... chi non ha un'arma con sè?
Si permette di ritrarre donne di malaffare come Madonne? Ragazzi di strada come angeli? Forse che la Misericordia in persona non ha detto per prima che ladri e prostitute ci supereranno nel regno dei cieli?
Preti e cardinali si scandalizzano di lui? Ma la Chiesa tutta lo ha riaccolto fra le sue braccia, e lui è morto da solo su una spiaggia proprio lungo il cammino del ritorno tra quelle braccia.
La Bellezza in persona si è mostrata tra i vicoli bui della città, e lui ne ha saputo cogliere il raggio di luce, ne ha visto il soffio tra le ciglia della povera gente, la carezza tra le ruvide e sporche mani dei poveracci di borgata. Perchè il mio Signore non si nasconde nei pensieri retti e moralisti del primo predicatore di turno, si impasta con i colori di una tavolozza, sussurra parole di perdono sul pianto di una povera donna perduta, vibra nel sorriso di un bambino che gioca a travestirsi da angelo, ha il profumo dolce e fragrante di un cesto di frutta.
Dove ho visto la preghiera del mio amico Michelangelo, quello strano pezzo da galera? L'ho vista struggersi in quel bellissimo frutto intaccato dalla morte, che grida tutto il nostro desiderio di vivere per sempre, l'ho vista nell'allegria di un bambino senza malizia, che dichiara il trionfo dell'amore sopra tutte le costruzioni complicate della mente umana. La preghiera non è dei perfetti, è degli uomini.
Ecco perchè Caravaggio è mio amico.

per la mostra alle scuderie del quirinale
minibibliografia:
M. Bona Castellotti 'Il paradosso di Caravaggio'
Mina Gregori 'Caravaggio'
Maurizio Calvesi 'Le realtà di Caravaggio'
Roberto Longhi 'Caravaggio'
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