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Buon Natale
Charles, bring us home!
I want you all to rise from your seats now please and join us!
Come on now! Here we go!
Well now, this little light of mine, yeah I'm gonna let it shine
Well now, this little light of mine, yeah I'm gonna let it shine
Well now, this little light of mine, yeah I'm gonna let it shine
Every day (every day), every day (every day) Every day (every day),
every day (every day) Every day (every day), every day (every day)
Gonna let my little light shine
Well jesus gave me light (Jesus gave me light),
I'm gonna let it shine (I'm gonna let it shine)
Well now Jesus gave me light (Jesus gave me light),
and I'm gonna let it shine (I'm gonna let it shine)
Well now Jesus gave me light (Jesus gave me light),
I'm gonna let it shine Every day (every day),
every day (every day) Every day (every day),
every day (every day) Every day (every day),
every day (every day) I'm gonna let my little light shine
Bellezza: abbiamo occhi per vederla?
Forse questa storia la sapete già, ma ogni tanto è bene ripetersi certe domande.
Nella stazione del metrò a Washington, in una fredda mattina di gennaio nel 2007, un uomo con un violino suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti. Nel frattempo circa 2000 persone attraversavano la stazione, molti di loro stavano andando al lavoro.
Dopo circa cinque minuti, un uomo di mezza età si accorse che c’era un musicista che stava suonando. Rallentò il passo e si fermò per qualche secondo, poi si affrettò di nuovo.
Circa quattro minuti dopo, il violinista ricevette il suo primo dollaro. Una donna aveva gettato i soldi nel suo cappello senza fermarsi, continuando a camminare.
Al sesto minuto, un giovane si appoggiò al muro per ascoltarlo, poi guardò l’orologio e si incamminò di nuovo.
Al decimo minuto, un bimbo di circa tre anni si fermò, però sua madre lo trascinò in fretta con sè. Il bambino si fermò di nuovo per guardare ancora il violinista, ma la madre lo spinse più forte e il bimbo riprese a camminare, girando continuamente la testa. Questa azione fu ripetuta diverse volte da altri bambini, ma tutti gli adulti che li accompagnavano, senza nessuna eccezione, forzarono i bambini ad andarsene in fretta.
Dopo 45 minuti il musicista continuò a suonare. Soltanto sei persone si fermarono per breve tempo ad ascoltare. Circa venti lasciarono del denaro continuando però a procedere con la stessa velocità. L’uomo raccolse un totale di 32 dollari.
Dopo un’ora finì di suonare e in silenzio se ne andò. Nessuno se ne accorse e nessuno applaudì. Semplicemente nessuno ci badò.
Nessuno l’aveva riconosciuto, ma quell'uomo era Joshua Bell, uno dei più grandi violinisti del mondo. Aveva suonato uno dei brani più difficili mai stati scritti, con un violino del valore di circa tre milioni e mezzo di dollari. Due giorni prima, Joshua Bell aveva riempito il teatro di Boston dove i biglietti erano stati venduti a cento dollari l’uno per sentire lo stesso pezzo.
Questa è una storia vera, il concerto in metropolitana era stato organizzato dal Washington Post come parte di un esperimento riguardante le priorità percettive e di gusto delle persone.
La cosa ha fatto sorgere diverse domande:
in un ambiente comune, ad un’ora determinata, noi percepiamo la bellezza? E se sì...abbiamo la forza per fermarci a gustarla?
Calendario musicale dell'Avvento 11
non importa chi siete, o cosa fate per vivere, crescere o sopravvivere, ci sono delle cose che ci rendono uguali l’un l’altro: tu, io, lui, loro – tutti, ragazzi, tutti! Tutti abbiamo bisogno di qualcuno Tutti abbiamo bisogno di qualcuno da amare... qualche volta io mi sento un po' triste, ma quando il mio amore si fida di me non ho mai bisogno di un posto dove nascondermi, io ho bisogno di te, di te, di te....
Calendario musicale dell'Avvento 10
Kingdom of gold
The high priest of money looks down on the river
The dawn coming up on his kingdom of gold
when the rim of the sun sends an arrow of silver
he prays to the gods of the bought and the sold
He turns to his symbols, his ribbons of numbers
they circle and spin on their mystical scroll
he looks for a sign while the city still slumbers
and the ribbons and the river forever unroll
in his kingdom of gold, his kingdom of gold
kingdom of gold, his kingdom of gold
kingdom of gold
On the orizon an enemy haven
sends traces of smoke high up into the sky
a pack of dog jackals and rabble of ravens
who'll come for his fortress, his castle on high
In his kingdom of gold...
His axes and armour will conquer these devils
the turbulent raiders will falter and fall
their leaders be taken, their camps burned and levelled
they'll hang in the wind from his citadel walls
in his kingdom of gold...
Calendario Musicale dell'Avvento 8
Lullaby
Sleep baby sleep
the day's on the run
the wind in the trees
is talking in tongues
If your heart is torn
I don't wonder why
If the night is long
here's my lullaby
Well the mouse ate the crumb
then the cat ate the crust
now they've fallen in love
they're talking in tongues
Sleep baby sleep
there's a morning to come
the wind in the trees
they're talking in tongues
Calendario Musicale dell'Avvento 7
L’amore di Dio è così grande che ci ha donato il Figlio per servirci. La voce dell’angelo ci disse: “Maria ci ha dato il Cristo, il Salvatore, il servitore di Dio”, ed io lo credo! E’ gioia e benedizione servire il Signore! (Lingala, Rep. Centrafricana)
Calendario musicale dell'Avvento 5
Once In Royal David's City
Fu scritto nel 1848 da Cecil Frances Humphreys Alexander e musicato nel 1849 da
Henry John Gantlet.
Calendario Musicale dell'Avvento 3
Come as you are, as you were, As I want you to be As a friend, as a friend, as an old enemy. Take your time, hurry up The choice is yours, don't be late. Take a rest, as a friend, as an old memoria Memoria Come dowsed in mud, soaked in bleach As I want you to be As a trend, as a friend, as an old memory Memory And I swear that I don't have a gun No I don't have a gun Memory And I swear that I don't have a gun No I don't have a gun Memory
Vieni come sei, come eri Come voglio che tu sia Come un amico, come un amico, come un vecchio nemico Prenditi tutto il tempo, fai in fretta La scelta è tua, non fare tardi Prenditi una pausa, come un amico, come una vecchia memoria Memoria E giuro che non ho un fucile No, io non ho un fucile
Calendario Musicale dell'Avvento 2
Calendario musicale dell'Avvento
L'amicizia è fare musica insieme
Alle soglie dell'inverno la foresta si prepara ad affrontare il grande freddo. I colori dell'allegro autunno si stanno già spegnendo, i rami scuri degli alberi non nascondono più i nidi ormai quasi vuoti. Non si è ancora placato però il fervore delle ultime partenze, non ha sosta la fretta delle ingorde bestioline che si stanno preparando al lungo sonno del letargo. Per alcuni ancora qualche nocciola da saccheggiare, per altri un' ultima virata tra i rami prima del grande volo. E guarda quei monelli dell'ultima nidiata di scoiattoli mai stanchi di saltare tra foglie bagnate e rami già freddi e nudi.
Tutti hanno qualcosa da fare...tutti? Bè, non proprio tutti. Qualcuno ha solo voglia di cantare e contemplare il paesaggio: è il piccolo usignolo dalla coda rossiccia e dal capino dorato. Impaziente ed eccitato per l'imminente partenza.
"Voglio partire" dice con il suo canto, e saluta gli alberi, saluta lo scoiattolo e la volpe, saluta le nuvole un po' bigie e il pallido sole.
Ha dimenticato qualcuno però. Qualcuno geloso, qualcuno che per tutta la bella stagione ha cantato con lui, qualcuno che sempre corre e sempre rimane e guarda con un po' di invidia tutti questi preparativi. "Perchè non ti curi più di me amico?" si lamenta l'acqua del ruscello che ancora gorgoglia tra le rocce e i sassi bianchi. "Tu parti e te ne voli via, non ti dispiace lasciarmi qui?"
L'uccellino sembra davvero indifferente all'amica di una volta. Lui vola eccitato e contento, pare non aver tempo per chi rimane.
"Tutti se ne vanno, oppure si nascondono, che farò io qui sola? Neppure il raggio del sole riuscirà a scaldarmi il cuore, non avrò più lacrime per piangere, perchè senza amici non si può cantare". "Acqua di ruscello, acqua di sorgente, non fare la smorfiosa, non dir che non sai niente. Io sono l'usignolo e devo partire. Svernare nella terra aldilà del mare. Altri amici troverai, altre canzoni canterai"
"Abbiamo passato insieme tanti bei giorni e alla sera mi cantavi bellissime melodie, hai imparato da me a gorgheggiare... non ti ricordi amico ingrato?" risponde ostinata l'acqua.
Ma l'usignolo non è un uccellino dispettoso, segue solo la sua natura dolce e allegra. Lascia che l'acqua si lamenti un po'... e prima che quella arrivi a piangere davvero eccolo scendere dalla più alta cima dell'albero fino alla riva del ruscello, si china sullo specchio trasparente e sussurra cantando: "Amica limpida e cristallina, io parto certo, ma ritornerò. Non potrei cantare se tu non me lo avessi insegnato, non saprei riposare se tu non mi avessi cullato, non vedo come sarei vivo se non mi avessi dissetato." Così, rassicurata, all'acqua viene in mente una promessa da fare al suo caro amico: "Davvero senza la tua amicizia io non potrò più cantare, chiederò al mago inverno di fermarmi in un incantesimo di ghiaccio, sarò silenziosa e ferma fino a quando tu non sarai tornato" "Allora anche da lontano, canterò io per te" le risponde l'amico uccellino "E quando sentirai l'eco delle mie canzoni vorrà dire che è tornata la primavera e potremo di nuovo fare musica insieme" E prima di partire i due cari amici, acqua e usignolo, intonano insieme un'ultima allegra melodia, non per dirsi addio, no, ma solo arrivederci perchè l'amicizia non finisce mai, anche da lontano, anche nel silenzio dell'inverno.
Buona Pasqua
saluti a un amico
Mica ci conoscevamo. Mica ha mai saputo che esisto, ed è così strano che in questo tempo in cui la solitudine è la malattia più dannatamente diffusa, senti amico uno che in altri tempi avresti considerato estraneo.
Ma io ho passato la vita, giuro, la vita, a cantare la sua musica.
Canzonette, sì... e allora?
Ma le canzonette si cantano quando il cuore strabocca. Non ti accorgi ma è così.
Da due giorni continuo a sentire la sua musica e mi è venuto anche da piangere, perchè santo cielo? Mica era uno di famiglia...
ma non sarà che è proprio su di noi che ci commuoviamo? Che quella musica ci ricorda tante cose, che abbiamo timore di perdere. I miei vent'anni con la bicicletta sul muro, e le fughe come quelle di Anna e Marco, e il desiderio di aprire il cuore e di cambiare e di non aver più paura di niente e quel volerti bene assai... ma tanto tanto bene.
Un amico è quello che parlando ti racconta di te, ti tocca il cuore. Un amico è la corrispondenza del tuo desiderio di felicità.
...adesso lo sai cosa fosse quella cosa che ti spinge a cercare il giusto dove giustizia non c'è, adesso sai cosa dobbiamo cercare.
Grazie Lucio, la parola che avevi scoperto mi rende inquieta, anche me... corrispondenza con un amico...
grazie Lucio.
Ascolta, succede adesso...
Il ricordo
ciao ciao
Playlist per l'inizio dell'anno
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