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buon compleanno Paul

E Cezanne si lascia guardare, lentamente. Mi sono sorpresa a lasciar passare le mezz'ore intere solo sulla posizione di quattro mele su un piatto, senza stancarmi... anzi, nel completo riposo dell'occhio e della mente.
Mica ci riesco a fare grossi pensieri, davanti ai colori e alle forme io mi riposo. Mi immagino un pennello, una mano e un occhio, un uomo che sta di fronte alle cose e le vuole conoscere; c'è chi usa il microscopio, chi il ragionamento, chi usa il telescopio e chi occhi e pennelli... ma tutti, tutti che stanno lì a far domande a quello che hanno davanti.
Così mi piace stare tra le ciglia di Cezanne, scivolare e imbrattarmi sulla sua tavolozza e lasciarmi portare dal suo sguardo... a sbafo direi!
Mi piacciono i suoi frutti, così in bilico sui tavoli e tra gli strofinacci, protèsi... mi piace pensarli come l'immagine del dono, il dono di sè. Come qualcuno che è colto proprio nell'istante in cui fa partire l'abbraccio, potrebbe cadere, inciampare in una piega della tovaglia e rotolarti in grembo... che importa, è un istante di totale, incondizionata e spudorata offerta di tutto sè stesso.
Un sè stesso incompiuto forse, come quegli abbozzi di paesaggi appena accennati. Non aspettano di essere 'a posto' certamente più scandalosi di un nudo di Modigliani, ma quanto più innocenti! ...sono lì per me, così come sono, senza vergogna, senza pretesa.
Non so se Cezanne sarebbe d'accordo, ma non me ne importa un ciffolo. Nel momento stesso in cui un artista dona la sua opera al mondo...bè, è come un figlio, come diceva l'amico Bill Congdon. E i figli vanno per il mondo con le loro gambe, nemmeno un padre ha il permesso di definirli.
Così io guardo Cezanne, e commossa gli dico grazie... oltre che tanti auguri!
Sainte Victoire, Cezanne e...io
E' Sainte Victoire, la montagna di Cezanne. Ed è strano questo incontro, inatteso, un regalo. E' come incontrare un amico che avevi conosciuto da lontano. Mi piace l'imprevisto, non c'è bisogno di chiedere informazioni, sono sicura sei proprio tu! Un amico è venuto a trovarmi e ci mettiamo a ricordare la comune conoscenza. Mi guardo attorno e non vedo niente di eccezionale, come può aver trovato mille volte ispirazione un artista qui, in questo posto che si può confondere con tanti altri? Eppure il genio fa così, lo sguardo suo, la sua intelligenza, il suo cuore, la sua mano hanno colto la bellezza dove tanti hanno lo sguardo corto dell'abitudine, hanno fatto diventare questo posto così unico, tanto che una piccola assonnata turista ha potuto ripartire da lì con la gioia di una segreta gratitudine.
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Grazie!
Paul Cezanne non è un pittore facile ed io non sono nessuno per poterne parlare con cognizione. L'unica possibilità che mi concedo per restare nel 'dignitoso' è il poter dire con vero gusto che mi piacciono i suoi quadri.
L'arte purtroppo è ancora trattata come qualcosa che appartiene solo a chi ne sa parlare, élite si dice, no?
Ma certe cose sono come l'aria e il sole, l'acqua e le piante: sono per tutti, ed io sono strafelice che Cezanne abbia dipinto anche per me.
Non so se sono una fissata ma io davanti a questa immagine ho anche provato vera commozione, lacrime comprese. E' incompiuto, come me. E' fragile, delicato e potente come la bellezza: un regalo.
Cezanne stava ore intere davanti al soggetto prima di dare anche solo una pennellata, qualcuno dice "cerebrale", ed io davvero non so cosa vuol dire questa parola così colta. Se c'entra qualcosa con il rispetto per la realtà, allora mi piace.
Ecco un passo di una sua lettera al figlio:
"non so raggiungere l'intensità che si manifesta davanti ai miei sensi, non ho quella magnifica ricchezza di colori che anima la natura. Qui, in riva al fiume, i motivi si moltiplicano; lo stesso soggetto, visto da angolazioni differenti, offre una materia di studio così interessante e varia che credo che potrei lavorare per mesi senza cambiare posto, solo inclinandomi un po' più a destra o un po' più a sinistra."
questo è un uomo che conosce il proprio limite, non se ne deprime ma curioso e paziente sta in agguato davanti alla realtà per cogliere la bellezza nascosta. Che bello sarebbe riuscire a fidarsi che anche nelle nostre piccole, banali cose di tutti i giorni c'è un fiato della bellezza che ci può saziare!
Cosa mi insegna Cezanne? A guardare e attendere, questo si può dire ai bambini, lo capiscono meglio di noi. Attendere perchè dentro ogni cosa c'è una sorpresa per noi.
Ecco perchè sono commossa davanti a questi fiori... c'è dentro tutta la mia sete di 'essere', sono per me!
grazie!
ciao ciao
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