canti natalizi 4

0
COM
Mi piace il Jazz, e mi piace quando rielabora la tradizione. Non so spiegare perchè, ma è come se la musica dichiarasse di non aver mai finito di imparare. Impara con libertà, nessuna obbedienza cieca, ma segue mettendoci qualcosa di nuovo, senza omologarsi.
Mi piace l'eleganza e la libertà del Jazz!

Questo è un canto tradizionale inglese del XV secolo circa, metto il testo anche se la versione è solo strumentale



God Rest Ye Merry Gentlemen
God rest ye merry, gentlemen,
Let nothing you dismay
Remember Christ our Saviour
Was born on Christmas Day
To save us all from Satan's power
When we were gone astray.
O tidings of comfort and joy,
comfort and joy;
O tidings of comfort and joy!

"Fear not," then said the angel
"Let nothing you affright
This day is born a saviour
Of a pure virgin bright
To free all those who trust in him
From Satan's pow'r and might"
O tidings of comfort and joy,
comfort and joy;
O tidings of comfort and joy!

The shepherds at those tidings
Rejoiced much in mind,
And left their flocks a-feeding
In tempest, storm and wind
And went to Bethlehem straightaway
This blessed babe to find
O tidings of comfort and joy,
comfort and joy;
O tidings of comfort and joy!

But when to Bethlehem they came
Whereat this infant lay
They found him in a manger
Where oxen feed on hay
His mother Mary kneeling
Unto the Lord did pray
O tidings of comfort and joy,
comfort and joy;
O tidings of comfort and joy!

Now to the Lord sing praises
All you within this place
And with true love and brotherhood
Each other now embrace
This holy tide of Christmas
All others doth deface
O tidings of comfort and joy,
comfort and joy;
O tidings of comfort and joy!



canti natalizi 3

0
COM
Poteva mancare un gospel?
O my Lord.... no!

ecco 'Mary Had a baby'



Mary had a baby (oh Lord)
Mary had a baby (oh Lord)
Mary had a baby
Mary had a baby
Mary had a baby (oh Lord)

She laid Him in a manger (oh Lord)
She laid Him in a manger (oh Lord)
She laid Him in a manger
She laid Him in a manger
She laid Him in a manger (oh Lord)

What did she name Him (oh Lord)
What did she name Him (oh Lord)
What did she name Him
What did she name Him
What did she name Him (oh Lord)

She named Him King Jesus (oh Lord)
She named Him King Jesus (oh Lord)
She named Him King Jesus
She named Him King Jesus
She named Him King Jesus (oh Lord)

Mary had a baby (oh Lord)
Mary had a baby (oh Lord)
Mary had a baby
Mary had a baby
Mary had a baby (oh Lord)

canti natalizi 2

1
COM
Passiamo alla Germania:
Una ninna nanna dolcissima cantata da Kathleen Battle e Federica von Stade
'Maria Wiegenlied' musica di Max Reger e testo di Martin Boelitz
Ho cercato di tradurre il testo, e non sapendo un ciffolo di tedesco sicuramente ci saranno degli errori, ma più o meno il senso è quello...meno male che non era un trattato di Hegel...avrei avuto un pochino di problemi in più!

Buon ascolto

Maria Wiegenlied
Maria sitz im Rosenhag
Und wiegt ihr Jesuskind,
Durch die Blätter leise
Weht der warme Sommerwind.

Zu ihren Füßen singt
Ein buntes Vögelein :
Schlaf, Kindlein, süße,
Schlaf nun ein!

Hold ist dein Lächeln,
Holder deines Schlummers Lust,
Leg dein müdes Köpfchen
Fest and deiner Mutter Brust!
Schlaf, Kindlein, süße,
Schlaf nun ein!

(Martin Boelitz, 1874-1918)

Maria seduta in un boschetto di rose
e rocce, il suo bambino Gesù
attraverso le fronde dolcemente
soffia il vento caldo dell’estate
canta ai suoi piedi
un uccello variopinto
dormi dolce bambino
dormi ora
tenero è il tuo sorriso
gradito è il tuo sonno
adagia il capo stanco
in grembo a tua madre
dormi bambino dolce
dormi ora.



canti natalizi

0
COM
facciamo una bella carrellata dei canti natalizi che più mi piacciono? Sicuramente me ne dimenticherò qualcuno, allora accetto suggerimenti!
Iniziamo da questo:  Campana sobre campana
è un Villancico, un tipo composizione musicale nata intorno al XV secolo in Spagna e Portogallo. In poche parole sono i canti natalizi della tradizione Iberica, passati anche nelle colonie oltre oceano.
L'ho imparato quando cantavo in un coro, mi piace il ritmo, la delicatezza delle parole ed il suono della bellissima e dolcissima lingua spagnola.
Buon ascolto




Campana sobre campana
Campana sobre campana
y sobre campana una,
Asómate a la ventana
Veras a un Nino endo cuna.

'Belen, campanas de Belen,
Que los angeles tocan
Que nuevas me traeis?'

Recogido tu rebano
A donde vas pastorcito
Voy a llevar al portal
Requeson, manteca y vino.

'Belen, campanas de Belen,
Que los angeles tocan,
Que nuevas me traeis?'

Campana sobre campana
y sobre campana dos,
asómate a la ventana,
porque esta naciendo Dios.

'Belen, campanas de Belen,
Que los angeles tocan,
Que nuevas me traeis?'

Caminando a media noche
donde caminas pastor?
le llevo al niño que nace
como a Dios mi corazón

Campana sobre campana
y sobre campana tres
en una cruz a esta hora
el Niño va a padecer

Si aun las estrellas alumbran,
Pastor, donde quieres ir?
Voy al portal por si el Nino
Con El me deja dormir.

TRADUZIONE
Campana su campana,
e su campana una,
affacciati alla finestra,
vedrai un bambino nella culla.

Betlem, campane di Betlem
dagli angeli toccate,
che nuove mi portate?

Raccolto il tuo gregge,
dove vai pastorello?
Vado a portare alla grotta
ricotta, burro e vino.

Betlem, campane di Betlem
dagli angeli toccate,
che nuove mi portate?

Campana su campana,
e su campana due,
affacciati alla finestra,
perché sta nascendo il Signore.

Betlem, campane di Betlem
dagli angeli toccate,
che nuove mi portate?

Camminando a mezzanotte
Dove vai pastore?
Porto al bambino che nasce,
come a Dio, il mio cuore

Campana su campana,
e su campana tre,
sulla croce a quest’ora
il bimbo va a soffrire

Se ancora le stelle illuminano,
pastore dove vuoi andare?
Vado nella grotta nel caso che il
bambino mi faccia dormire con lui

Compiti per le vacanze

0
COM
Ultimo giorno di scuola prima delle vacanze. Le vacanze di Natale. Saluti, baci, abbracci, regalucci e raccomandazioni. Vacanze.
Sì, ma cosa sono le vacanze?
Tempo libero? E libero da che? Libero per che cosa?
C'è il lavoro per cui sei pagato alla fine del mese.... con la più o meno 'giusta mercede'... e poi c'è il lavoro che ti aspetta a casa, per strada, al supermercato... i tuoi compiti insomma.
E ti accorgi che non esiste un tempo senza compito, non esiste un momento in cui non sei chiamato a rispondere a qualcuno.
Fosse anche il semaforo verde che ti invita a muoverti, tu devi rispondere a qualcuno.
Certo, a volte ti senti tirare la giacca da tutte le parti... a volte meno, ma...preferiresti vivere su un'isola deserta? Cacciare la testa sotto la sabbia? Fermare il mondo per scendere?

Ma che, il mondo lo reggi tu? 
Non ti accorgi che potrebbe funzionare anche senza il tuo lavoro? Ma tu puoi vivere senza lavorare?
L'uomo disoccupato si deprime, è provato, scientifico, fisiologico...altro che 'doverismo moralistico'!


Eppure il tempo libero è necessario. Necessario per il giusto distacco e la giusta domanda: 'a che scopo?'
Il denaro? Il potere? Ma se i lavori che mi sono piaciuti di più sono stati quelli che ho fatto gratis! Quelli fatti nel tempo libero....appunto!
Ma se il lavoro è la condizione quotidiana, che lo vogliamo o no, cosa mi permette di non viverlo come una condanna? Il sogno di una vacanza da film?

I sogni non asciugano il sudore della fronte, nè mi fanno lavorare con più gusto. Ho bisogno di una risposta reale, grande abbastanza per tener dentro la mia soddisfazione, la mia libertà...il mio lavoro.





marmo e silenzio

0
COM
Un giro al Museo Nazionale Romano, un giro in mezzo ad un popolo muto. Ne hanno visti passare di secoli queste facce! Chissà perchè ma qui c'è un silenzio strano, lunghissimo come secoli e freddo, affascinante ma freddo.
Prima le sculture romane. Tutto sommato volti dai tratti abbastanza familiari, caratteri precisi, nomi incontrati sui libri di scuola...toh! Eccolo qui il Cesare Augusto paludato da Pontefice Massimo! Te lo ricordi? Quello del censimento a Betlemme...quello che, manco lo sapeva, ma ha scavalcato l'anno zero che ha diviso il tempo, come il buco asciutto nel mar Rosso.
E Caracalla, e Caligola... e la serie delle loro matrone con acconciature impossibili. Ma le facce, le facce inconfondibilmente romane, ti viene da parlargli a 'sti illustri 'de noantri 'e...bonasera...e che, ce li famo du spaghi alla carbonara?'
Silenzio.
Ammazza... che serietà! Va bene che eravate tutti nel mio sussidiario di scuola, ma adesso non allargatevi troppo! Adesso nemmeno più i sette re si imparano a memoria! Peccato, una volta i bambini imparavano la storia come si conoscono le persone: Muzio Scevola e la mano sul braciere...Ahia! La lupa con i due pupattoli da allattare, i sette colli e i sette re... nomi e cognomi, come una filastrocca. Adesso si studiano 'i concetti'. Si, caro il mio Augusto paludato e impettito davanti al tuo altare, tu ti aspettavi di essere adorato come un dio....vorrei vedere la tua faccia adesso quando Pierino vedendo la tua immagine sul libro chiede alla maestra: 'ma perchè questo ha addosso l'asciugamano?' nun ce sta più religione... è proprio il caso di dirlo!


Un po' sconsolata passo nella sala delle copie greche.
Silenzio.
E questi sono proprio belli! Si, bellissimi. La bellezza secondo Atene. Un classico.
Mistero. Ma il cuore si stringe un po', perchè mi commuovo? Gli occhi scivolano con grande piacere su queste bellissime e delicate forme. Che opera d'arte il corpo umano! Che misteriosa bellezza l'uomo, dentro e fuori. Nessuna parte, nessun dettaglio è senza dignità. Nessuna censura, perchè la purezza è nello sguardo che ammira e ringrazia il cielo per la creazione. E ti riscopri a fermarti davanti all'incavo di un ginocchio e...cavoli speriamo quello non si sia accorto che da un quarto d'ora sto qui ad ammirare le natiche di Apollo! Ma accidenti sono proprio belle!
Però cos'è questa  malinconia? Qualcosa di desiderato e non posseduto, mai. Un grande bisogno negato: l'eternità della vita, il permanere della bellezza. Perchè non mi può bastare un sublime piacere di marmo, noi tutti lo desideriamo di carne e sangue, desideriamo la vita vita e non l'immagine affascinante ma fredda di quello che potrebbe essere e finisce...perchè finisce?

E poi, all'improvviso, una piccola statuetta un po' insignificante, tra i belli, tra i forti, un ragazzino. Un ragazzetto che a dodici anni si è messo a dissertare con le menti più fini del suo tempo, così come si mangia il pane e si beve il vino, uno che ha detto 'l'eternità sono io, io sono la bellezza, sono io l'acqua per la tua sete, io quella carne, io quel sangue'. Tra tutte quelle statue bisogna scovarla, e una volta che la trovi non è detto che ti interessi... oppure? Oppure accettare la sfida: 'adesso fammi vedere se quello che dici è proprio vero...dai!'


Che bel silenzio pieno di mistero in quel museo!

ciao ciao

Vincent

0
COM
Roma: mostra di Van Gogh. Bella. Mica sempre càpita così, spesso queste mostre sono più una operazione affaristica, basta qualche nome di moda che fa da specchietto per allodole ed ecco il guadagno. Qualcuno mi ha detto che non valeva la pena: 'ci sono pochi quadri di Van Gogh'. 
Sinceramente non mi hanno convinta, pochi o tanti quadri, affare o no, secondo me vedere anche solo un quadro di Vincent è un'esperienza da fare.
Qui ho trovato in più un percorso semplice e sincero. Non solo quadri ma anche disegni. Non solo colori accesi ma anche immagini più spente, monocromi. E' un rischio perchè mica tutti son disposti a vedere opere meno note di un pittore famoso. E poi l'accostamento ai maestri come Millet, ai contemporanei, ai precedenti. Niente di eccessivo, giusto quanto basta per farsene un'idea.
Comunque il percorso può essere trovato qui. Io voglio, come al solito, limitarmi a raccontare la mia esperienza di stupore di fronte all'ultimo regalo che ho ricevuto.

Cercherò di andare con ordine, ma sono solo impressioni. Mi sono trovata prima di tutto di fronte ai disegni e agli acquarelli che ritraggono contadini, li ho trovati accostati molto bene agli stessi soggetti di Millet che Vincent aveva conosciuto e copiato. Si, copiato come un bambino, come un bravo scolaro.
Ma quanta più commozione in questi diligenti compiti, in confronto alle pur belle ma un po' didascaliche immagini del suo maestro!
Si, lo sappiamo che Van Gogh era sensibile, ma vederlo scritto nei tratti del suo pennello è quasi come vederlo piangere, faticare, condividere, lì, davanti a te.
Tutto verde scuro, marrone, grigio, brumoso, sporco... eppure non senza dignità, soprattutto mai, mai senza speranza, come quell'improvviso, misericordioso lungo tratto di luce arancio all'orizzonte di un campo, alle spalle di due contadini curvi e impastati di terra. Quasi che la luce della grazia ci tenesse ad accompagnarli fin dentro la loro inconsapevole fatica.

La storia è nota. Figlio di un pastore protestante, impegnato in studi teologici, avviato alla stessa missione del padre, desideroso di prestare la sua opera tra la povera gente, Vincent credeva di avere un compito, anche con la sua opera pittorica, pensava di poter aiutare questi contadini a riscattarsi attraverso la bellezza, aveva un suo buon progetto 'sociale'. Fallito.
Fallito? Forse.
Secondo me ci è riuscito quando ha smesso di pensare di dover dipingere 'per' gli altri. Forse non ha mai smesso veramente, ma il dono di Vincent, quello che sento di aver ricevuto da lui, è proprio quello che lui ha fatto a sè, seguendo il suo desiderio, le sue attrattive, il suo commuoversi di fronte ai colori della realtà, alle cose, ai fiori, alle persone.
E' 'per' me quando grida il suo bisogno di essere amato, quando si stupisce di fronte ad un mandorlo in fiore, quando si spaventa sotto un improvviso volo di corvi neri.

Altri quadri, di altri pittori presenti alla mostra sono belli, pieni di atmosfera, capolavori insomma. Case e paesaggi... cose insomma.
Cosa trovo invece nei covoni di Vincent, nelle case, nei campi, negli alberi? E' strano, la stessa cosa che trovo nei suoi ritratti: una presenza. Due occhi che mi guardano da un suo quadro sono quasi esattamente come due cipressi che si innalzano agitati nel cielo: io sono guardata, sono di fronte a qualcuno. Sono di fronte alla passione di Vincent, alla sua domanda, al suo cercare nelle strade del mondo la ragione della sua vita, quella compagnia che forse voleva anche offrire ma di cui certamente aveva infinitamente sete.
Che drammatica bellezza che Vincent sia stato quel che era! Non senza sacrificio ma solo per quel che era.

Che bello allora sapere che, se un compito abbiamo nella costruzione del nostro pezzo di mondo, nel fare quello che ci spetta... questo è solo e unicamente seguire il nostro desiderio, sinceramente, con commozione e libertà. Gli altri hanno solo bisogno che noi siamo noi stessi, fino in fondo.

Ciao ciao