Eric Clapton - Presence Of The Lord
Per la traduzione? Varie possibilità: sai bene l'inglese, esercizio di vocabolario, cerchi su internet...tanto ci sei già, me la chiedi così ci chiacchieriamo un po' sopra, ti tieni la curiosità e magari ti viene voglia di imparare le lingue!!!!
comunque Clapton è.... Clapton! Uno che sorprende, sembra l'araba fenice, sarà risorto almeno quattro volte nella vita... perciò non sorprende che canti certe cose!
Thank you Eric... dal profondo del cuore...
I have finally found a way to live just like I never could before.
I know that I don't have much to give, but I can open any door.
Everybody knows the secret, everybody knows the score.
I have finally found a way to live in the color of the Lord.
I have finally found a place to live just like I never could before.
And I know I don't have much to give, but soon I'll open any door.
Everybody knows the secret, everybody knows the score.
I have finally found a place to live in the presence of the Lord.
In the presence of the Lord.
I have finally found a way to live just like I never could before.
And I know I don't have much to give, but I can open any door.
Everybody knows the secret, I said everybody knows the score.
I have finally found a way to live in the color of the Lord.
In the color of the Lord.
Atlante
E' tutto legato insieme. E se vuoi raccontare di Atlante non puoi non considerare la storia dei Titani e dei Giganti, e lì ti infili anche nella faccenda di Prometeo che regalò il fuoco agli uomini ma la pagò molto cara...
Insomma è una storia sola e i protagonisti, tutto sommato, sono gli abitanti di un villaggio; le hanno proprio tutte: litigiosi, vanitosi, violenti o solo scontrosi, amanti e traditori... come gli uomini, guarda un po'!
La mitologia greca è una miniera di racconti, ma anche un comodo specchio per guardarsi.
Però ha qualcosa di incompiuto, come se le storie, sì legate insieme, non avessero una conclusione. Non un termine come storia, ma una conclusione che soddisfa le mie domande... sulla vita.
Atlante per esempio... della famiglia dei Giganti, aveva combattuto contro Zeus, e non sto a dire per cosa che se no la faccenda si allunga, figuriamoci se il padre degli dei gliela faceva passare liscia! Gli fa un bel regalino "tiè, e pigliati sta volta celeste sulle spalle! Mò reggi tu che così ci hai le mani occupate!" (l'accento mi è venuto più da Giove... per la cadenza greca dovrò studiare un po').
Qualcuno dice che fosse il mondo, qualcuno dice la volta celeste, fatto sta che sto poveretto si ritrova a reggere l'impossibile.
Come se non fosse abbastanza, un giorno passa di lì quel bel tomo di Ercole, sì quello che la faceva tanto lunga con le sue fatiche... che poi, diciamoci la verità, averne solo dodici!! Ci farei la firma!
Allora, con la scusa delle sue dodici fatiche pretendeva che tutti lo facessero riposare come aveva voglia lui... mica si parla mai delle trecento vacanze gratis di Ercole... solo delle fatiche! Insomma Ercole vuole da Atlante la frutta del suo splendido giardino:
"Si, aspetta che io vada a prenderti quel che vuoi, signorino... non vedi che sto a regge er mondo, le manine le hai anche tu... accomodati!"
Così avrebbe voluto rispondere il Gigante, ma gli venne in mente una cosa che gli sembrava migliore:
"Ma certo caro! Soltanto fammi un favore, vedi che ho le mani occupate.... reggi un po' qua!"
e gli piazza in grembo il suo fardello.
Ercole prende il bagaglio e aspetta... ma tanto scemo non è, perciò, dopo aver ricevuto quanto aveva chiesto, con uno stratagemma simile restituisce il bagaglio...
Ma la storia non finisce qui, perchè anche Perseo ci mette del suo, arriva al castello di Atlante, si piglia quello che si deve pigliare, che non sto a dire perchè è un altro capitolo, e, mostrando l'orribile testa di Medusa al padrone di casa, lo trasforma in roccia.
Fine dell'avventura.
Adesso ditemi se non è un poveraccio questo Atlante! Avrà avuto anche lui le sue colpe, non dico di no, ma condannato a reggere tutto lui!!
Ma quante volte, quante volte non ci siamo sentiti un po' come sto disgraziato!
Bene! Ditemi adesso se vi basta il finale. A me spaventa soltanto!
La faccenda è zoppa dall'inizio, temo. Perchè a me nessuno, ma proprio nessuno mi ha detto di reggere il mondo, a volte me lo sento sulle spalle... ma non è compito mio "A Zeus! Ripigliate un po' sto coso ch'è solo robba tua!"
Ogni tanto bisogna proprio fare così... dare ad Atlante quel che è di Atlante e a Dio quel che è di Dio... per fortuna il nostro Dio non si chiama più Zeus e questa restituzione è proprio quello che si aspetta da noi.
Perciò via dalle spalle il mondo ragazzi, se lo vogliamo conservare è meglio consegnarlo in mani fidate e capaci.
Sollievo!!
il cielo di giugno
... e quindi uscimmo a riveder le stelle...
the passion of Christ
ma come si fa a rivedere quel film e non parlare! Tutti hanno detto la loro, tutti. Anche quelli che di Gesù Cristo non ne hanno mai sentito parlare...tutti!
Io non ho niente da dire sul film... che ne so quando un film è ben fatto e quando no!
Io so quando i film piacciono a me, e questo mi è piaciuto. Non subito, ci ho messo un po'.
Io sono una che si immedesima troppo... avessi fatto l'attrice (come mi sarebbe piaciuto cavoli!!) avrei dovuto fare l'abbonamento dallo psicologo... tessera fedeltà... e con i bollini mi sarei comprata un giro sulla sedia di Freud!
Va bene... la Passione di Cristo dicevamo... quella lì di Mel Gibson intendo, proprio quella.
Ho voluto rivederlo perchè avevo proprio bisogno un aiuto per ricordarmi in qualche modo la storia, la faccia di quell'uomo che dice di essere Dio, ma che, soprattutto questo mi interessa davvero, che dice di volermi così bene da affrontare la morte... e che morte... per me, per me proprio io, non l'umanità in genere, ma io.
Si perchè che qualcuno si faccia uccidere per "l'umanità" mi sembra si una gran cosa, per carità, ma in fin dei conti mica mi cambia la vita... ok...bravo!
Ma che lo faccia per me, fossi l'ultima persona sulla terra...per me! Questo cambia tutto!
Provo ad immaginare: incrocio un ladro assassino, mi vuole sparare... tutti fermi, nessuno osa dire o fare niente, si legge in faccia a tutti il 'meno male che è toccato a lei e non a me'... tu sei terrorizzata e piglieresti a calci tutti... e salta fuori uno che ti guarda... perchè prima ti guarda... eccome se ti guarda!... ti fa un cenno come per dire 'tranquilla, per me sei la cosa più importante del mondo...' insomma con quella faccia lì che ti guarda così che basterebbe questo per svenire...bang! si fa sparare dall'assassino al posto tuo. Deliberatamente, volontariamente, amorosamente... immediatamente.
Insomma Cristo non dà la vita per nessuno veramente finchè non mi accorgo che la dà per me... e mica solo per far piacere al Padreterno...'Obbedisco' a-ttenti! No, no, perchè mi vuole bene... a me!
A me???!!!
Ok io non ci spenderei un centesimo... eppure.. forse così poco non valgo! Ecco perchè quando uno è amato diventa un po' più vanitoso, ma vanitoso in senso giusto... gli piace farsi più bello, perchè qualcosa vale! Che bella sensazione! In un mondo in cui tutti ti raccontano panzane sull'umiltà, l'onestà, la bontà... in modo così... appiccicaticcio!
Ma questo è un altro discorso... perdo il filo... volto di Cristo dicevo, nel film di Gibson dicevo.
Ecco, anche a vederlo nel film, che piangi dall'inizio alla fine e ti attacchi alle lenzuola perchè i fazzoletti non bastano... anche lì non ti soddisfa, in qualche modo... non ti soddisfa, si è Lui maaa, non è Lui.
Stasera ero alla processione del Corpus Domini... la gioia dei liberi pensatori, quelli che si mettono sul ciglio della strada e commentano... 'ma guarda che figura da pirla questi baciapile!'.
Bene, lì tra canti invero un po' stonati, vecchiette con le voci da cornamuse, gente con facce da delirio mistico, e si però anche tante facce normali da studenti, papà che tornano dal lavoro, mamme con piccoli al seguito, lì in quel posto così distraente come il centro di Milano, così normale perchè ci sono nata... lì è passato Gesù Cristo rotondo e bianco tra le mani di un ometto tutto bardato che risponde al titolo di Cardinale, lì sotto un baldacchino rosso dell'800 che sembra una scena di un film... lì ho visto quello lì che si è fatto ammazzare per la sottoscritta... non riuscivo più a staccargli gli occhi di dosso.
Ah! a proposito... il libero pensatore incappato nella processione del Corpus Domini ero io!
nuovo tutto
Sono termini che ci piacciono molto... e subito dopo ci viene in mente la brevità, l'istantaneo sciuparsi. Come un bel fiore reciso... a me per esempio un bel mazzo di fiori piace immensamente ma anche mi mette malinconia... non dura quanto vorrei, già dopo qualche ora ci vedi i segni della morte, bè sì non è che c'è una parola più soft... appassiscono e muoiono... devi dire che stanno poco bene?
Una cosa bella, bellissima, nuova ha dentro il segno della brevità... ma perchè? Io mi ribello, e giuro che faccio bene!
Ibernazione sarà la soluzione? Desolante!!!
Conosco la storia di un ragazzo che si chiamava Edimar, un bambino quasi. Assassino a 15 anni, forse meno.
Andava a scuola, ogni tanto, aveva una prof, una donna di frontiera, la vita spericolata delle canzoni a certa gente fa solo ridere, un amore grande per i suoi ragazzi, per Edimar, anche per lui... soprattutto per lui.
Il cuore ad un certo punto è toccato: "prof ma io vorrei tornare ad avere lo sguardo pulito come gli occhi di quei bambini!Possono i miei occhi diventare azzurri?" e lo diceva con il fiato corto.
"Edimar, è possibile... diventeranno come il cielo, tu avrai uno sguardo nuovo e sarà per sempre"
Basta pistole, basta violenza, basta morte.... Edimar vuole gli occhi nuovi, e li vuole per sempre.
Tornano però gli antichi amici e lo mettono davanti ad una terribile scelta: "O uccidi tu... o sarai ucciso"
Edimar sceglie, tanto la sete di essere nuovi ha preso radici profonde, è il seme che abbiamo tutti, ma in lui è germogliato ben in fretta... una sequoia nel cuore di un bambino.
La fine si può immaginare... ma è davvero una fine?
Sono nate compagnie di persone cambiate da quel seme, opere di uomini che si prendono cura di altri uomini... tutte col nome di quel ragazzo nuovo.
C'è stato solo Uno nella storia che ha detto "Ecco, io faccio nuove tutte le cose" e l'ha detto quando sembrava fosse la cosa più ridicola del mondo.
Io voglio gli stessi occhi di Edimar, voglio tutte le cose nuove, voglio i fiori intatti e profumati... voglio! Non è una pretesa, pretesa sarebbe pensare di riuscire da soli mentre da sola posso al massimo fare un surgelato! Voglio come si vuole la verità, la giustizia, l'amore... è una cosa da uomini, volere così.
il II° capitolo non c'è, c'mon Lady kiss that frog
Viveva in uno stagno con altre ranocchie e ranocchi, né più belli, né più brutti, solo che loro si accontentavano dell'acqua ferma dello stagno, di qualche foglia di ninfea dove saltare a prendere il sole e di gracidare alla luna, quando c'era.
Il ranocchio no, quello scemo s'era messo in testa che doveva conquistare una principessa.
E dire scemo è dire poco!
La principessa in effetti c'era anche, passeggiava tutte le mattine in riva allo stagno, leggeva, giocava a palla, coltivava le sue rose e sospirava per il suo principe, quello vero.
Il ranocchio scemo, quando passava la principessa si metteva a gracidare più forte, pensando di essere un magnifico cantante; saltava più in alto, pensando di avere possenti muscoli, si tuffava con grande esibizione di spruzzi, pensando di essere un eccellente atleta.
Ogni tanto la principessa alzava lo sguardo, invero un po' disturbata da quello strepito ranocchiesco, sospirava profondamente pensando al suo principe, quello vero, e sbatteva un po' gli occhioni sognanti. Il ranocchio vedendola si emozionava credendo, povero cretino, che la fanciulla proprio per lui sospirasse.
"se riuscirò a saltarle in grembo" pensò un giorno "allora sarà fatta, l'avrò definitivamente conquistata!"
Passarono i giorni, le settimane e le stagioni, il ranocchio era molto impegnato ad allenarsi nei salti e a sognare l'impossibile, il temerario, il leggendario "salto della principessa". Si era impegnato così tanto che anche le altre rane dello stagno avevano iniziato a credere che fosse un ranocchio affidabile, esperto e sicuro di sè; diciamo che era un ranocchio con un certo seguito ma con nessuna sostanza: un ranocchio inutile quindi.
Insomma, il gran giorno arrivò. La principessa arrivò. Il grullo, tutto eccitato si mise in posizione strategica, attese trepidante il momento opportuno e.... spiccò il gran salto, il salto 'padre di tutti i salti'... il capolavoro della sua vita!
"Mia diletta!" la voce del principe, quello vero, venne a disturbare l'istante supremo, lo stagno si zittì all'improvviso... la principessa si precipitò principescamente verso il suo grande amore, quello vero, proprio mentre il povero ranocchio stava per caderle in braccio.... (fermo immagine: ammirate lo sguardo stupefatto e beota del verde saltatore in mezzo alla sua unica, stupenda evoluzione aerea!)
Conclusione: la principessa volò finalmente tra le braccia del suo ragazzotto, quello vero, mentre l'orrenda e stupida creatura degli stagni... fece un primo rimbalzo su un sasso in mezzo alle ortiche... boing! andando poi ad atterrare esattamente in mezzo alle cacche della famiglia conigli... morendo così pieno di bubboni e puzzolente come una mosca in una stalla.
Morale: non crederti quello che non sei se non vuoi finire i tuoi giorni nella cacca.
capitolo I°: attesa
Papà è drammatico di natura ma ogni volta è un colpo, e non dice cosa c'è... mai lo dice, benedetto uomo!
Corsa in macchina, sveglia forzata, slalom in tangenziale nell'ora di punta, è un corso di guida alla Vasco Rossi: spericolata.
Si prende e si va... chissà se poi ho preso anche il cuore? Di questi tempi si impiglia un po' dappertutto e ne lascio brandelli qua e là. Comunque, si va.
Casini col posteggio, casini per far scendere il babbo, casini per lasciarlo lì, solo, e intanto piazzare la macchina a casa di dio.
Comunque ce la si fa.
Seduti ad aspettare, aspettare, aspettare, aspettare....
Quanta gente! Quanto bisogno imprevisto! I bambini hanno lo stesso, identico sguardo dei vecchi.
Alcuni adulti; i più scocciati sono quelli che sembra non abbiano granché... ma non ti va di giudicare, lì non ti va proprio. Va bene, sono scocciati... un sentire come un altro, a qualcuno servirà...forse a me.
Poi ti accorgi che la cosa comune a tutti è proprio l'attesa, il non sapere cosa c'è dietro quei vetri, il non sapere quando, come, quanto tempo, io chi sono, cosa mi succederà... il non conoscere. Quello che pesa però è un'altra cosa ancora, è il sentirsi come un ombrello rotto perso alla stazione, nessuno, nessuno pare si accorga di te. Dimenticato. Non ci sei più. Non esisti per nessuno... non servi più a nessuno.
I dottori, gli infermieri che ogni tanto fanno capolino, sembrano gli immortali... ma no, qualcuno ha la faccia di chi condivide, a fatica, ma sa. Però non ti vedono, ti guardano ma non ti vedono, non vogliono te, vogliono sempre qualcun altro... dio mio sempre qualcun altro è voluto... e io? Questa è la cosa che punge più del male, questa.
Rifiuto.
Pare ti abbiano messo addosso il cartello.
Il tempo passa e non passa mai, mentre tuo padre sembra Cristo in croce tu a che servi? Ad attendere con lui: qualche massaggio, non fa passare il male ma dice 'ti voglio bene'.
Ma anche lui vuole, ha bisogno, giustamente, di qualcun altro.
Alcuni bambini fanno chiasso... benedetto chiasso di bambini un poco malati, altri bambini sono in silenzio, maledetto silenzio dei bambini molto malati: Cristo in croce in braccio alla mamma.
Che fai? Preghi no?! L'unica attività dentro tutto questo essere passivi, l'unica cosa che rende attivo, lavorante, operante questa nullafacente di figlia, questa nullaservente di donna, questo essere che... chissà se esiste?!
Finalmente chiamano, sollievo già nel sentire il tuo nome... grazie infermiera adesso sto già un po' meglio, davvero! Sono quasi contenta... andiamo.
Per fortuna niente di grave... no, dottoressa, mio padre me lo porto a casa. Grazie di tutto, davvero, grazie perché dall'altra stanza sento arrivare il pianto di un bambino, un miagolio quasi, che spezza il cuore, perché di pianti bambini ne conosco, non mi spaventano, ma questo no... questo è un dolore che chiede pietà, chiede il permesso, chiede a me di non piangere più... piange lui al posto mio e mi dice "Tu per me esisti e sei importante, resto qui io tu vai pure".
Papà scherza e fa il bulletto con le infermiere... a quasi novant'anni.
Si torna a casa e in macchina ci solleviamo a vicenda:
"Sono fortunato, trovo sempre delle belle dottoresse!"
"Si, papà, ormai lo so che tu una volta all'anno un giretto lo vuoi fare all'ospedale... solo per farti coccolare dalle infermiere!"... a quasi novant'anni!!!
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