estrema ribellione: nulla si perde nel nulla
Occorre spostare il centro di attenzione da sè ad altro. Altrimenti si entra in un labirinto.
Lo dicevo stasera a mio padre, ma lo dicevo a me. Come è vero!
In questo momento papà è fissato sui suoi bisogni... si direbbe che non potrebbe fare altrimenti, lo giustifichiamo... ma è giusto davvero?
Poi ti accorgi che facendolo parlare d'altro, raccontandogli cose, anche una barzelletta, una stupidaggine, un'impressione... non è distrazione, è rimettere sulla strada, è spostare la prospettiva, riaggiustare il baricentro.
Così sono io, a volte i miei bisogni si gonfiano all'inverosimile, sembrano come la rana di esopica memoria, fissata su di me... mi lascio sfuggire il mondo intero!
C'è un altro uomo in quella corsia, un uomo che se ne sta andando. Tempra tenace, sofferenza tanta, voglia di vivere... di più.
Lo guardavo stasera e mi immaginavo la sua vita, chissà com'era da giovane? Chissà che ragazzo era quando ha incontrato sua moglie, chissà come si sono voluti bene, che padre è stato? Cosa gli piaceva? Cosa no?
Quello che si è vissuto. Nella buona e nella cattiva sorte, la condivisione di una vita... anche per un uomo soltanto, un piccolo puntino nell'universo... non può azzerarsi in un attimo.
No, l'uomo non può essere ridotto alla sua sofferenza, l'uomo non è definito dal suo dolore... non è possibile, non mi rassegno. Al nulla non mi rassegno.
Caro signor Renzo, chissà se riuscirò a raccontare la sua storia?
Io credo che ci sia un Paradiso, ma non mi basta pensare che il signor Renzo troverà nel futuro, anche se fra poco, un posto bellissimo dove starà bene, dove tornerà il suo vigore e la bellezza della sua esistenza, c'è un seme di bellezza anche su un letto di morte, c'è una nota costante, ostinata, ricorrente, in sottofondo che dice la grandezza di un uomo e il frutto prezioso di una vita proprio lì dove tutto griderebbe fine, guasto, dolore, inutilità, soprattutto inutilità.
No, la morte non è l'ultima parola sull'uomo... non domani, adesso.
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