STANCHEZZA

 Stavamo andando bene, i nani seienni che spargono allegria in mezzo alle infinite procedure, le imparano e le applicano che è una bellezza. Poche assenze, due o tre per covid ma come prevenzione. Una di noi l'ha assaggiato ma è tornata in pista con baldanza. Stavamo camminando.

Fatica? Tanta.

Voglia di proseguire? Tutte le mattine la riacchiappavo.

Cambi di strada con regole diverse? Ogni giorno, all'improvviso. E con 22 nanetti al seguito è come essere una locomotiva che trova uno scarto imprevisto.

Poi, eccoci arrivati alla frenata. Avviso alle famiglie via telefono un'ora per l'altra: "tenetevi pronti, da domani siamo chiusi"

Ci sono mamme sole che non sanno a che santo votarsi, papà che non hanno più ore di permessi, nonni generosi ma fragili, case con un vecchio computer in quattro e bambini, bambini che hanno appena iniziato ad assaggiare la scuola. "Maestra ma io voglio stare qui con voi!" perché, loro, ci credono davvero che la maestra abita a scuola.

Ecco. Torno a casa come una Ferrari che ha appena sgommato per non andare a sbattere.

Mi siedo e mi sento davvero triste. Dopo un anno di mascherine, chiusure, silenzi, mamme e badanti che muoiono e fratelli da portare in ospedale la parola che mi si accende a neon nella testa è "Ma bastaaa!"

Sono stanca. Bisogna guardarla questa stanchezza, inutile nasconderla. Se fai finta di niente ti spezza le gambe a tradimento.

Sì, lo ammetto, sono stanca e triste. 


Sto suonando la mia canzone all'angolo della strada e nessuno mi sente. A che serve urlare? Metto lì il mio piattino e aspetto, mendico. 

Mi lascio andare, mollo la presa, non oppongo resistenza. Chiedo una spalla su cui appoggiarmi, una compagnia. Niente altro. Uno "stai con me" e basta.

Accendo la radio.

Il Papa è in Iraq. Si, e che c'entra con me? 

Bè, ragazzi, chi lo farebbe al posto suo? Qualcuno parla di interessi di potere del Vaticano. Il potere non rischia la pelle, vende quella degli altri. Fine della risposta che mi do.

Però c'entra perché lo guardo e mi sembra di non essere poi così sola a suonare sul marciapiede e mendicare col mio piattino. 

No, non è affatto l'esercito della salvezza che ti piazza il pasto caldo per una notte al prezzo di una insulsa predica, e non ne ho intercettato neppure una parola a dire il vero. L'ho solo visto. 

Prima impressione, a sberla: quello sta mendicando come me, solo che invece di stare seduto nel suo angolino si tuffa in mezzo alla strada, come quei pazzi giocolieri ai semafori. 


Siamo pieni di tristezza, stanchi e al buio, ancora al buio, ma qui non ci si ferma, non ci hanno ancora fermati.

Adesso preparo la lezione a distanza, guardo il Papa e vado avanti.


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