riposo
Ma come mai lui sì e io no? Come mai per me è così difficile una pace così?
Cosa mi manca? Cosa ho perduto?
L'incoscienza?
Di cosa ci siamo caricati?
Preoccupazioni?
Responsabilità?
Il mondo da portare sulle spalle?
Si, troppo spesso abbiamo il collo più rigido di quello del mitico Atlante. E che fatica! Quanta più fatica lasciare quel peso che non portarlo!
C'è bisogno di qualcuno che si prenda cura di questo mondo che noi portiamo, che se lo prenda un po' sulle sue di spalle.
Ma è una parola!
C'è bisogno di qualcuno di cui fidarsi, a cui abbandonarsi.
E non per scaricare le nostre responsabilità, le nostre serissime, importantissime, inderogabili, inestinguibili responsabilità.
Se non sei tu a manipolarla, la realtà precipita nel caos: forse l'unica certezza che ci ostiniamo a difendere, e, devo dire, molto meno ragionevole della fede in Dio... visto le innumerevoli prove 'provate' che sono i nostri errori.
Ecco cos'è la pace: sicuri di non essere soli, sicuri che quel che lascio per un po', quel che da sempre e per sempre amo, sarà conservato mentre mi riposo, mentre mollo la presa, mentre ammetto la mia impotenza.
Mi abbandono nella certezza del futuro perchè mi fido di un bene presente, forte, amico. Riaprirò gli occhi guardando stupito il mondo come l'ho lasciato; perchè il miracolo più gentile di Dio, diceva Marshall, non sono gli sconvolgimenti del cosmo, ma che l'universo intero, dalla più lontana stella al mio attaccapanni, rimangono lì dove sono, mentre io sto dormendo.
E anche se qualcosa si muove, sii certo, non è caos ma:
"Tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato da una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra"
Buon riposo, piccolo uomo diffidente!
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