Dall'altra parte del mondo
Si chiama Earth Cam e, in buona sostanza, raccoglie i filmati in diretta da telecamere fisse sparse un po' in tutte le principali città del mondo.
Ho scelto una panoramica su Times square a New York. Mi è capitato una volta di essere dall'altra parte di uno di questi aggeggi, una amica che era insieme a me, proprio a Times Square, una mattina ha svegliato i parenti in Italia solo per fare ciao ciao con la mano da New York, in diretta...
Pazzia?
Forse, ma in definitiva mi vengono in mente un po' di pensieri.
Prima di tutto mi fermo a guardare le macchinine in movimento sulla quella striscetta d'asfalto che ha un nome famoso: Broadway... ma guarda che formichine impazzite!
No, sono uomini, uomini e donne che in questo preciso istante, mentre io mi sto bevendo la mia tazza di tè, corrono chissà dove e chissà con chi. Hanno parole da dire, pensieri, progetti...
Persone con un cuore e una storia, piccola e normale come la mia... e grande allo stesso tempo. Mi prende una strana nostalgia, il fatto di averli incrociati e nemmeno averli visti... un soffio.
Tutta la bellezza del mondo, tutta la possibilità di amicizia che ci potrebbe essere tra esseri umani... di tutte la possibilità insomma, nella mia vita ne accade un numero molto limitato. Vorresti abbracciare tutto il mondo ma... che braccia piccole abbiamo in confronto alla grandezza del nostro desiderio!
In fondo anche quella mia amica non aveva tutti i torti, voleva essere abbracciata e sapere che in tutto il mondo, tra tutti gli esseri del mondo lei è unica e che dall'altra parte del mondo c'è qualcuno che non la considera un puntino ma qualcuno, con un volto, una storia.
Quello che desideriamo è davvero grande, esserci per qualcuno, avere un significato un po' più grande di quello che ha una formica.
Cerchiamo di distrarci un po' guardando la gente attraverso le telecamere sparse nei cinque continenti, così, per sentirci meno soli, e poi ci accorgiamo che questo non fa altro che ingrandire la nostra nostalgia, fa passare l'evidenziatore giallo sulle parole 'ho bisogno di essere amato' che ci grida in testa ogni minuto.
Insomma guardo ancora questa scena nella telecamera fissa sospesa sul cielo di New York e vorrei avere uno zoom gigantesco, scendere, scendere proprio vicino alla testa di quel signore che si sta grattando dietro l'orecchio sul taxi giallo e dirgli : 'Come ti chiami? Raccontami la tua storia, qual è il desiderio vero del tuo cuore oggi? Vuoi vedere che è come il mio?'
Per non sentirsi soli non basta stare in mezzo alla gente, non basta avere tanti amici su facebook. Basta uno, uno solo che ti dica 'sei unico'.
E se c'è quel qualcuno allora le formichine sulla Broadway, tutte, in questo momento, hanno a che fare con me...le posso abbracciare e non sono più formichine ma unici al mondo... come me.
Ciao ciao
albero maestre n°2
Ci ho provato un po' anche con i bimbi in classe ed è davvero divertente. Per chi non volesse scaricare applicazioni ci sono cose fantastiche online. Una semplice semplice ma davvero completa è questa
si chiama http://ipiccy.com/editor ed è davvero facile e veloce da usare. Si carica l'immagine e si comincia a scegliere tra le varie possibilità: l'editor permette di tagliare la foto, correggerne la luminosità, il contrasto, la saturazione...parole difficili? Ma no, dai....basta cliccare e si capisce bene cosa significa...lo vedi!
Poi gli effetti speciali, l'aggiunta del testo, la pittura a mano libera....see....libera, col mouse, che è diventata quasi la mia appendice sub-umanoide.
E se sbaglio? Ma niente paura! Si clicca sulla freccina in alto dove c'è scritto "undo" e torna tutto come prima! Vuoi far vedere agli amici? Spedire sul sito della scuola? Tenertela sul desktop? Puoi scegliere save & share in alto a destra ed ecco che tutto è fatto.
Sì, bello.... ma come usarlo a scuola?
Intanto la maestra può anche andare di fantasia e preparare cose a casa....poi se si è così fortunati da avere un laboratorio di informatica, o addirittura la LIM....e magari anche un collegamento internet....bè...dal gioco puro e semplice alla preparazione di illustrazioni per le ricerche, il giornalino, gli inviti alla recita di Natale.... non è che ci sia poco da fare, volete qualche altro suggerimento? No, li date voi a me.
Vi piace la mia margherita?
ciao ciao
la commozione e i 5 sensi
Comunque non è di lui che volevo dire, ma dei suoi e, ormai, nostri aggeggi.
Il computer, la tecnologia, l'Ipad, l'Iphone, e questo e quello....ci stupiscono proprio come il treno a vapore ha stupito i nostri bisnonni, come il cinema e, non stento a crederlo, come la ruota ha stupito i cavernicoli. Al di là di tutte le polemiche e le dotte considerazioni, che non so fare, bisogna ammettere che il frutto dell'intelligenza umana è sempre qualcosa di stupefacente, esattamente come la bellezza delle montagne o un tramonto sul mare. Il signor Jobs adesso ne converrà, lo vedrà bene, adesso, che i suoi famosi sogni, quelli che ci esortava a non tradire, proprio quei sogni lì non ci appartengono di più di quanto ci appartenga il sole che inonda di rosso l'orizzonte serale, o come il Monte Bianco in una chiara mattina estiva.
Sono andata fuori tema?
No, il fatto è che mentre coloravo sullo schermo dell'Ipad, mi sono guardata le dita e... a dire la verità mi è dispiaciuto di non vederle imbrattate di nero, rosso, verde...blu. Non c'era quella sensazione materiale del colore scivoloso, pastoso, polveroso, l'odore un po' chimico del pigmento e, perchè no, anche il fastidio.
Così ho avuto bisogno di un amico che queste cose le sa bene, di un maestro insomma.
Sono andata a trovare Vincent.
Come?
Ma con internet! In un bellissimo posto inventato da un altro gruppo di furbissimi geniacci, i signori 'del' Google.
Questo posto si chiama Art Project, guardi i quadri e ti sembra di averli a tre centimetri dal naso.... anzi, meglio! Non ti va insieme la vista, non suona l'allarme del museo e non ti balza addosso il guardiano ringhioso che ti fa spostare: "please, stay away from the picture"
E hanno un bel dire gli espertoni che un quadro si guarda da lontano....io voglio vedere anche da vicino vicino...
Ecco, lì, davanti a quella bellezza mi sono venute un sacco di domande... e se non ci fosse stato questo posto, che dalla sedia di casa mia mi porta in un batter d'occhio ad Amsterdam davanti, anzi, dentro questi colori? E perchè questa commozione? E perchè questa strana sensazione che manchi sempre qualcosa? O qualcuno?
Ho contato le pennellate, ne ho percepito lo spessore suggerito dai giochi di luce sulla materia, ho immaginato più facilmente le mani del pittore, il suo pennello, il movimento del polso. Dettagli bellissimi, ma non sufficienti... mi mancava l'essenziale, mi mancava l'essere lì, la materia insomma... il colore che sporca le dita e si impasta, mi mancava il respiro della cosa vera e della persona che la manipola, mi mancava il sudore.
Così più guardavo più capivo che no, non dobbiamo aver paura 'dell'internet' nè dell'e-book, dell'Ipad-pod-mac-tric-trac e ballac... perchè mai e poi mai potranno sostituirsi a quel desiderio di toccare, annusare, gustare, abbracciare, sentire... godere insomma, che ci scoppia dentro anche quando non ce ne accorgiamo.
E ho capito che in fondo tutto questo virtuale, preso per il verso giusto, non può far altro che farci desiderare ancora di più la realtà. Per questo mi piace!
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