Asilo nido

0
COM

Ieri ho fatto una gita nel paese dei balocchi. No, non quello pericoloso di Lucignolo e Pinocchio! La casa dei bambini, piccolissimi.
Un nido costruito da tre o quattro giovani famiglie. Mai nome e' sembrato piu' appropriato: "nido". Si sono costruiti il nido come fanno le rondini, una pagliuzza per volta.
Mi accompagna un papa' con tre dei suoi bimbi. Corrono su per le scale con la faccia e l'allegria di chi ti porta ad una festa a sorpresa. Carlo, sei anni, con l'orgoglio del piu' grande mi introduce dicendo: - questo l'abbiamo fatto tutto noi-
Le altre due paperelle, che hanno praticamente imparato ieri a parlare, gli fanno eco -e' nostro, l'abbiamo fatto noi...-
Adesso mi fermo un attimo e considero: non e' che di bambini non ne so proprio niente...di bambini che imitano i grandi ne ho visti a vagonate, anzi...i bambini non potrebbero vivere ne' crescere se non potessero imitare i grandi...ma un bambino che fa un disegno e te lo regala ti da' qualcosa di suo, opera sua, viene da te e ti mostra quello che ha saputo fare con gli strumenti che gli hai dato...frutto del suo lavoro da piccolo uomo, della sua liberta' in azione, una roba che fa tremare i polsi a Dio in persona. E' per questo che ho i cassetti pieni di disegni e scarabocchi...sono come i ponti dei costruttori di domani.
Bene...quei tre bambini non mi facevano vedere un disegno, mi mostravano un'opera costruita da loro, avevano la faccia da imprenditori!! E uso il termine nella sua forma piu' nobile: costruttori di cattedrali. Sono esagerata?
Allora c'e' da considerare anche questo: raramente un bambino usa il "noi" parlando di se'...un bambino e' egocentrico per natura, e la natura s quello che fa. Ecco dietro quel "l'abbiamo fatto...noi..." c'era l'immagine di un gruppo di mamme e papa' al lavoro con i propri bimbi, a dipingere le pareti, montare i mobili, zappare il giardinetto, cucire le tende...tirare su una cattedrale insomma...insieme. E allora sai che tuo figlio potra' imparare a costruire ponti e cambiare il modo non perche' gli avrai scelto le migliori scuole d'impresa, ma perche' ti ha visto costruire la vostra casa, con sacrificio, sbagli e allegria, perche' gli hai detto "fai con me che mi fido", perche' magari non la carne tutti i giorni e...quei risparmi per l'auto nuova...meglio per costruirgli la scuola, ti sapra' non dormire di notte perche' non sai se potrai dare lo stipendio alla maestra, che per ogni euro in busta paga allo stato gliene versi due...mentre allo stato gli fai un piacere, che di nidi ce n'e' bisogno come il pane.
Cosi' a sei anni conosce gia' il significato della parola "noi": costruiamo insieme e quello che serve a noi e' un bene per tutti, si chiama condivisione. Roba da rivoluzionari in una Italia dove se ti viene un'idea che puo' servire a tutti la devi pagare con lacrime e sangue, perche' quelli senza idee sono strani e invidiosi, hanno un solo chiodo fisso: se hai iniziativa sei un ladro.
Va bene, la smetto con le polemiche, hai ragione Maria Chiara, hai ragione Teresina, hai ragione Carlo...il vostro asilo e' il gioco piu' bello che avete fatto con mamma e papa'...e gli amici, e il parroco che non vuole un centesimo e ha la faccia entusiasta di chi vede crescere una pianta nel suo giardino, una pianta da dove si sente gia'arrivare il baccano delle ultime covate e questo gli basta per dare gloria a Dio.

http://www.piccolosicomoro.it/ /a>/a>









Pubblicato tramite DraftCraft app

Accudire

0
COM

Non ci sono dubbi, oggi pensavo che non ci sono dubbi: l'unica cosa che ci puo' mettere in pace e' solo l'amore. Non quello "detto", che oggi troppo spesso diciamo "amore" e non sappiamo che cavolo diciamo. No, dell'amore in azione parlo, intendo quello che sta zitto ma agisce...o meglio: "e'"
Ma non e' ancora chiaro...infatti sono pallosissime definizioni, occorre un fatto.
Ore quattordici, sono in cucina, che si fa in cucina a quell'ora? Si mette a posto, si "rassetta", termine usato nei vecchi libri di lettura o nell'analisi grammaticale: " esercizio - la mamma rassettava la cucina...eccetera eccetera".
Qualcuno passa, si fa un panino e...lascia tranquillamente tutto in giro, briciole comprese. Mi assale un moto non propriamente amichevole "ma accidenti, avevo quasi finito!" e nella testa inizia uno strano comizio sindacale.
Inizia...ma per fortuna non prosegue: guardo quelle briciole, il coltello in bilico sul ripiano, il sacchetto del pane e le varie ciotole da lavare... segni inequivocabili della presenza di chi amo, e subito il sindacalista scende dal palco, si accende un sorriso e mi si apre il cuore: ci sei. E cosa sara' mai amarti se non occuparmi di te? Cosa sara' mai occuparmi di te se non condividere le fantastiche briciole della vita? Cosa sara' mai amarti se non essere felice della tua presenza? Cosa sara' mai la tua presenza se non uno spazio che tu occupi in quello che credevo il mio, solitario e triste? Non chiedo altro che accudire la casa che noi abitiamo, perche' qui si risolve la mia vita, qui ha un senso la parola "amore", anche quando la partita si fa piu' dura e non sono solo briciole di pane. Ma sai che ti dico? Che anche di fronte alle briciole di pane voglio poter dire "ti amo" come spero di poterlo dire nell'ultimo istante della vita. Il "per sempre" e' adesso o non inizia mai, il "per sempre" e' una grande consolazione per gli amanti, una grande promessa che sfida l'impossibile, che sfida le briciole impertinenti.




Pubblicato tramite DraftCraft app

Senza catene, stare insieme a te...

0
COM

Papa' ha deciso che basta, aveva voglia di andare. Basta, qui aveva finito il suo compito. Ma non e' mica andato via da solo...no. Non se n'e' andato sbattendo la porta: aspettava, semplicemente chiedeva ed aspettava. Mi viene in mente l'immagine di un bambino, seduto per terra, che tende le mani verso sua madre, voleva essere preso, con lo stesso sguardo, con la stessa aspettativa. Ed e' strano ripensare agli ultimi giorni, i piu' duri, eppure cosi' pieni di una dolcezza che non gli ho mai riconosciuto: "ho detto a tua madre che non l'ho mai amata come adesso, a 90 anni"...i continui "grazie" a tutti, alle infermiere, alla badante, a sua moglie, ai figli sempre distratti. Lui no, non era distratto, era fisso ormai in un punto, anche il suo guardare, piu' acuto.
Una vita con tuo padre, un tipo piuttosto ingombrante e difficile ma...tuo padre. Ora che non squilla piu' il telefono per richieste o raccomandazioni mi sembra cosa strana. Cosa strana: ogni volta che ti penso, papa', mi scappa un sorriso. Una tenerezza che sembrava impossibile. Frasi come "non cambiera' mai" erano ormai scontate, ed ecco il grande cambiamento, perche' lo so che mica te ne sei andato, hai solo dimostrato a tutti noi e al nostro cinismo, che hai saputo cambiare, che cambiare si puo'. Fino all'ultimo istante e anche dentro quell'istante, quello del Grande Cambiamento. E adesso sei sempre con me, dove volevi stare, senza catene sempre insieme a me.
Ciao papa', che facciamo oggi?




Pubblicato tramite DraftCraft app