Spese

Supermercato, ore 18:00, su e giù per i corridoi a cercare una cosa, una cosa sola che non sai "dove cavolo l'hanno messa accidenti?"... e intanto ti fermi, qualcosa ti attira...no, meglio di no, o si? Dai così non torno un'altra volta... ma di sciampi ne hai piena la casa!? No, metti giù... Insomma un tira e molla incredibile. Ogni volta che vado al supermercato vorrei essere fornita di un bel paio di quei cosi che mettono ai cavalli per non farli imbizzarrire, i cosi....sì...i paraocchi. Ecco, così, bella rigida verso la mia  destinazione: patate. Fine.
E invece no! Anche stasera sono uscita con un sacco di altre cose, tra cui almeno 3 sono inutili, ahimè rossetto compreso... vanità compresa.
L'inferno gelato del supermercato...grrrr! Chissà che razza di contrappasso dantesco sarà mai? Cosa abbiamo fatto noi, tapini, nell'altra vita per meritarci l'Unes?
Salendo in macchina mi viene in mente la drogheria della Carolina. Non importa se non sapete chi è....tutti abbiamo avuto una drogheria con dentro una Carolina.... tutti quelli che hanno più di 30 anni per lo meno.
Bastava passarci davanti e ti assaliva quel profumo nato dall'incompatibile, fatto di acqua di colonia e mortadella, detersivo e caramelle, biscotti venduti sfusi e dentifricio Binaca, liquori e dopobarba, caffè e cannella.
C'era sempre una scusa per farsi mandare a 'fare le commissioni'. Un etto di 'bologna'...che sarebbe la mortadella detta all'emiliana, un pezzo di sapone marsiglia, due spugnette verdi per lavare i piatti.
Entravo, e se c'era la fila ero contenta. E annusavo, annusavo cercando di distinguere gli odori, di sciogliere quei fragranti nodi profumati che mi si sono stampati nel cervello.
Poi, da dietro il bancone, la Carolina mi chiamava "ven chi putìna...anche questa estate sei venuta a trovare la nonna...brava, brava"
Devo dire che mi sentivo un po' come un cappuccetto rosso orfano di lupo, in compenso di nonne ne avevo due: la mia e la Carolina.
Diligente facevo la mia spesa, lì, al posto dei bambini, non davanti al bancone, ma di fianco. E ogni anno misuravo la mia statura con la sua, forse crescevo in fretta, di certo lei in fretta si faceva più piccina, piegata e lenta ma sempre sorridente e...profumata di Carolina.
Al momento di pagare si spostava a fatica verso il fondo del bancone e tirava fuori da una scatola di libricini colorati, tra gli altri, quello con il nostro cognome e segnava. Si pagava così, si scriveva e alla fine del mese si saldava.... ci si fidava.
Poi la donnetta mi scompariva nel retrobottega strizzandomi l'occhio, e ritornava sempre con un cartoccio che mi nascondeva furtivamente in tasca. Io, fuori di corsa. Con la strana sensazione di aver fregato tutti gli altri clienti.
Una volta per strada aprivo il cartoccio marrone e dentro, immancabili, ecco farmi l'occhiolino le mentine della Carolina. Dischetti di zucchero colorato, le caramelle della spesa.
Credevo di essere l'unica a conoscere il segreto della Carolina. Ma poi, tra amici e cugini, siamo diventati grandi, la Carolina è andata in cielo e ci siamo scoperti tutti debitori di centinaia e migliaia di mentine colorate.
Insomma, volevo dire che...quali ricordi potrà mai suscitare una spesa al supermercato? Mentre la drogheria della Carolina ha messo davvero un buon profumo nella mia infanzia.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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