La principessa Capricciosa 1

C'era una volta una principessa. 'Mbè?!' mi direte 'tante volte ci sono state principesse, specialmente nelle favole!'
Sì, non è la prima e non è l'ultima.  Certo è che era unica!
'...in che senso?'... sì, adesso vi spiego... calma e con ordine.
Codesta principessa, cari signori dai gusti difficili... codesta principessa dicevo, era una lagna di prima categoria. La chiamavano 'la Capricciosa' e, al contrario della famosa pizza, non era per niente invitante nè facile da gustare.
Non le andava mai bene niente: la corona troppo stretta, il trono troppo alto, la parrucca con troppi capelli, i pizzi troppo traforati, i vestiti troppo stirati. La carrozza troppo scomoda, i cavalli troppo lenti, della serva non andavano bene i denti. Il castello troppo freddo, i gioielli troppo brillanti, delle scarpe i tacchi troppo bassi e perfino sulla strada non le piaceva la forma dei sassi.
Insomma a poco a poco aveva perso tutti gli amici, e anche i conoscenti facevano fatica a salutarla per strada.
Ma la cosa che soprattutto non le piaceva, e non se n'era ancora accorta, era proprio essere una principessa!
'Caspita! Una bella rogna non voler essere quello che si è!'
Sì, davvero, è il problema dei problemi, la disdetta delle disdette, il guaio dei guai, il fastidio dei fastidi.

Tutti l'avevano capito ma, figuriamoci, lei ancora no e continuava a fare i capricci su tutto, anche se tutto non c'entrava niente.

Un bel giorno, bruttissimo secondo lei, uno dei principi azzurri ancora rimasti scapoli, arrivò al castello per chiederla in sposa.
Il poverino veniva da molto lontano e, strano ma vero davvero, non aveva mai sentito parlare del caratterino di questa fanciulla. Vagamente aveva saputo della sua esistenza e del fatto che fosse in età da mettere su famiglia; questo, ahimè, gli era bastato per decidere di salire sul suo destriero e correre a chiedere la sua mano.
'Che fretta avrà mai avuto il malcapitato?'
Dovete sapere che questo principe era la più buona pasta d'uomo che mai regno delle favole abbia conosciuto. Era soprannominato 'Labbro Lieto' perchè cantava sempre ed era davvero soddisfatto del suo regno. Gli sarebbe bastato avere quello che aveva e non avrebbe voluto cambiare mai.
'Più che Labbro Lieto gli stava meglio Frescone come soprannome, 'na noia!'
Aspettiamo la fine della storia, poi giudicheremo. Sta di fatto che un giorno il re, suo padre, vedendosi invecchiare, gli disse che doveva decidersi a dargli dei nipoti per assicurare una discendenza alla famiglia reale.
Così il principe, suo malgrado, prese l'Annuario Principesco, che è un librone peggio delle pagine gialle con l'elenco di tutti i principi e principesse scapoli e nubili dell'anno corrente, lo aprì a caso, e ad occhi chiusi, puntò il dito proprio sul nome della principessa Capricciosa.
'Ma non ci hai detto come si chiamava realmente!'
Sapete che non mi ricordo!? Erano tutti abituati a chiamarla così che il suo nome vero si è perso nella notte dei tempi... andrò a cercare l'Annuario Principesco e poi ve lo dico.

Com'è come non è... il principe partì in un battibaleno alla volta del regno dove abitava la fanciulla, impettito e stirato di fresco. Deciso, baldanzoso e fiducioso nel futuro.
Anche questo principe azzurro cavalcava, e come tutti i principi azzurri andava un po' serafico incontro alla sua bella dose di guai.

(1 continua)

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