Il viaggio dei cercatori del Vero

Cioè il nostro viaggio. Quale viaggio? Ma quello dei santi re Magi.
Dopo lungo e periglioso viaggio, stanotte arriveranno a destinazione, guidati e consolati dalla stella.
Mica sarà stato facile il loro viaggio, e neanche il nostro.
Ma che uomini quei tre!
Quale certezza avevano in fondo se non il desiderio del loro cuore? Il desiderio del vero, nato quando era nato il loro cuore di uomini, ed un segno nel cielo che, chissà come, sentivano corrispondente.
Anche da un assassino fedifrago come Erode si sono lasciati guidare, ma sempre lasciando al primo posto quella voce insistente, che li spingeva a cercare, a camminare.
Che uomini quei tre!
E pensare che rappresentano tutti, ma proprio tutti gli uomini del mondo...se solo volessimo!




La Stella di Natale di Boris Pasternak

C’era l’inverno.
Soffiava il vento dalla steppa.
E freddo aveva il neonato nella tana
sul pendio del colle.
L’alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici
stavano nella grotta,
sulla culla vagava un tiepido vapore.
La notte di gelo somigliava a una fiaba
e, dalla nevosa catena dei monti,
nella tormenta, qualcuno
per tutto il tempo scese invisibile tra loro.
Per quella stessa strada, per quegli stessi luoghi,
alcuni angeli andavano in mezzo alla folla.
L'incorporeità li rendeva invisibili,
ma a ogni passo lasciavano l'impronta d'un piede.
Una folla di popolo si raccoglieva presso la rupe.
Albeggiava. Si delineavano i tronchi dei cedri.
“E voi chi siete?” domandò Maria.
“Noi stirpe di pastori e messaggeri del cielo,
siamo accorsi a cantar lode a voi due”.
“Non si può tutti insieme, aspettate alla porta”.

Nella foschia di cenere, che precede il mattino,
battevano i piedi mulattieri e allevatori.
Gli appiedati imprecavano contro quelli a cavallo;
e accanto al tronco cavo dell'abbeverata
mugliavano i cammelli, scalciavano gli asini.
Albeggiava. Dalla volta celeste l'alba spazzava,
come granelli di cenere, le ultime stelle.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nella cavità della roccia.
Lui dormiva, tutto splendente, in una culla di quercia,
come un raggio di luna dentro il cavo di un tronco.
Invece di pelli di pecora
le labbra di un asino e le nari di un bue.
Ad un tratto qualcuno, un po’ a sinistra nell’oscurità,
con la mano scansò dalla culla uno dei Magi
e quello si voltò. Dalla soglia la Vergine Maria
guardava come un ospite la stella di Natale.

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