buon compleanno Paul

19 gennaio 1839...nasceva Cezanne...auguri!
Non so perchè l'ho piazzato tra i miei preferiti. Non è tra i più facili da capire, ed io sono sicura di non conoscerlo bene. Ma non mi importa. E' come uno di quegli amici che ti affascinano ma che ti mettono anche un po' di soggezione. Li lasci parlare e li guardi. Quasi di nascosto però, prima che si mettano a farti domande difficili!

E Cezanne si lascia guardare, lentamente. Mi sono sorpresa a lasciar passare le mezz'ore intere solo sulla posizione di quattro mele su un piatto, senza stancarmi... anzi, nel completo riposo dell'occhio e della mente.
Mica ci riesco a fare grossi pensieri, davanti ai colori e alle forme io mi riposo. Mi immagino un pennello, una mano e un occhio, un uomo che sta di fronte alle cose e le vuole conoscere; c'è chi usa il microscopio, chi il ragionamento, chi usa il telescopio e chi occhi e pennelli... ma tutti, tutti che stanno lì a far domande a quello che hanno davanti.
Così mi piace stare tra le ciglia di Cezanne, scivolare e imbrattarmi sulla sua tavolozza e lasciarmi portare dal suo sguardo... a sbafo direi!

Mi piacciono i suoi frutti, così in bilico sui tavoli e tra gli strofinacci, protèsi... mi piace pensarli come l'immagine del dono, il dono di sè. Come qualcuno che è colto proprio nell'istante in cui fa partire l'abbraccio, potrebbe cadere, inciampare in una piega della tovaglia e rotolarti in grembo... che importa, è un istante di totale, incondizionata e spudorata offerta di tutto sè stesso.
Un sè stesso incompiuto forse, come quegli abbozzi di paesaggi appena accennati. Non aspettano di essere 'a posto' certamente più scandalosi di un nudo di Modigliani, ma quanto più innocenti! ...sono lì per me, così come sono, senza vergogna, senza pretesa.
Non so se Cezanne sarebbe d'accordo, ma non me ne importa un ciffolo. Nel momento stesso in cui un artista dona la sua opera al mondo...bè, è come un figlio, come diceva l'amico Bill Congdon. E i figli vanno per il mondo con le loro gambe, nemmeno un padre ha il permesso di definirli.
Così io guardo Cezanne, e commossa gli dico grazie... oltre che tanti auguri!


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