Correzioni

Cosa fa una maestra? A cosa serve? Molta, moltissima parte del suo tempo la passa a correggere. Come un timoniere corregge la rotta. Proprio quel timone rotondo di legno, quello delle navi dei pirati. Anche divertente se vuoi!
Si, ma per seguire la rotta bisogna, appunto, seguire. Seguire la carta, seguire chi sa la strada, seguire per andare verso la meta... seguire, per correggere... lasciarsi correggere.
Adesso ci stiamo preparando forme meccaniche di correzione, come un pilota automatico per evitare errori di rotta... peccato che per programmarlo non sappiamo più tanto bene dove sta l'indirizzo.

Test di ingresso, li chiamano così. Crocette e numeri... 1-2-X sembrano schedine da compilare, solo che la schedina almeno è divertente!

Poi ti accorgi che qualcosa non funziona, abbiamo sbagliato ad impostare un esercizio, là c'è una domanda non chiara, troppo ambigua... e... guarda che sorpresa! La testa di un bambino sa rispondere in modo intelligente ad un quesito stupido, oppure non risponde, e non perchè non sa... ma perchè sa benissimo che lì non c'è da rispondere, ma solo da domandare!

Ci sarebbe da fare i salti di gioia!! E invece no! Noi, i grandi, pretendiamo di essere perfetti al primo colpo... che neanche un premio Nobel!

Fai il calcolo degli errori, e ti ritrovi un tabulato che parla di un gruppo di tonti, ma io li conosco... non sono loro!... e fino qui nessun problema: le maestre non sono supereroi... l'errore si può correggere, nessuno scandalo.
Il problema è che difficilmente si riconosce l'errore, abbiamo paura ad ammettere lo sbaglio, non ci stiamo a sottoporre la nostra intelligenza alla realtà, il nostro lavoro al giudizio. E così riapriamo il sipario sul teatro dell'assurdo: sono le persone che devono adattarsi ai test e non viceversa.
Ma tu dimmi! Il mio lavoro è correggere... ma come potrò farlo se non lascio che nessuno corregga me? Fosse anche un inconsapevole bambino!

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