...e Parigi?




La prima volta l'ho vista che ero bambina... forse è per questo che non mi fa soggezione.
Che profumi ha Parigi per me!
Prima di tutto la baguette, calda e croccante del mattino. Gli occhi ancora un po' chiusi e appiccicosi, tazzona di caffelatte, marmellata e formaggini, cilindretti morbidi dal sapore un po' acido... délicieux!
Finito il petit dejeuner, pigro e profumato, si esce!
Oggi non andiamo per musei, oggi no. Oggi andiamo in giro con il naso all'aria come segugi, a raccogliere ricordi 'sensuali'... e dove meglio che in questa città?
Le strade sono piene di gente indaffarata e chiacchierona. Se gli italiani gesticolano con le mani, i francesi lo fanno con la bocca! Mi ha sempre fatto ridere ripetere 'ouì monsieur' mettendo le labbra a 'culo di gallina'.
La cosa divertente è vederli discutere seriamente... con quelle boccucce da bamboletta!!
Le strade allora... di mattina... bagnate, anche se splende il sole, sono bagnate. I rigagnoli scorrono lungo i bordi dei marciapiedi, e devi stare attenta ad attraversare... splash!
Profumo di caffè e croissant... lo so, ho già fatto colazione! Ma è irresistibile il richiamo!
Non azzardatevi a chiedere un cappuccino a Parigi! Non siamo in Italia, qui è una cosa... esotica, con relativo prezzo moooolto esotico! Ma il croissant! mmmmmm! caldo, cuore giallo e morbido, crosta abbronzata e croccante, leggermente glassata... la parola c'è ma non la dico!
Passeggiare per le strade di Parigi e sentirsi a casa. Ti guardi intorno e pensi agli occhi che hanno visto quello che ora vedi tu e che te l'hanno resa familiare... facciamo un po' di nomi? Bè potremmo compilare un elenco telefonico, oppure fare a gara a chi ne trova di più...
Le vetrine attirano, ma quelle più piccole, un po' stravaganti, orientali. Escono profumi speziati, ed io li seguo come fossero il flauto magico... cannella, artemisia, zenzero... ma anche muschio e lavanda.
Bisogna imporsi di uscire, altrimenti ci lascio lo stipendio in essenze e incensi.

Attraversiamo la Senna da cui salgono odori di umidità e rumori di lavoro, ma anche le grida di quelli che fanno 'ciao ciao' dai bateaux mouche: agitazioni turistiche.
Entro in Notre Dame. Grande, grigia, buia e come in tutte le chiese francesi... odore di muffa.
Luogo solenne, della seria solennità parigina: profonda, compita, silenziosa e... molto breve!
Si torna fuori, al traffico, al vociare, al rotolare di tutte quelle 'erre' che ti si sciolgono nelle orecchie.
Un gruppo di ragazzi davanti al portone di una chiesa canta un gospel a 'cappella', c'è chi si ferma e chi passa in mezzo... proprio davanti, ignorando tutti, così, senza una piega...'neanche un plissè'. Se un parigino ha deciso che non esisti, devi arrenderti all'inesorabile: tu non esisti!

Mangiamo?
Ma sì! Piccola brasserie, tavolino all'aperto. Insalatona estiva con carne alle erbe aromatiche e molta molta molta moutarde. Patè en croute. E poi formaggi, di tutti i tipi: dolci, aspri, morbidi o stagionati che si sbriciolano o che si spalmano, e niente birra, anche se siamo in una brasserie vinello fresco e secco.

Ci vuole un po' di esercizio per smaltire il pranzo!
E' l'ora del quartiere più parigino, delle strade più celebrate dai romanticoni: Montmartre.
Strade e scalette, lampioncini e acciottolato, l'obiettivo è la basilica de le Sacre Coeur. Non pochi gradini per arrivare fin lassù.
Fatica, consumo di calorie e vista spettacolare: Parigi ai tuoi piedi. Cento volte meglio vista da qui che dalla famosa torre di ferro, ve lo giuro.
Questa città, così unica, bella e capace di cattiveria, di storica cattiveria, che sa ornarsi di sapienza come se la cultura fosse un vezzo, un capriccio. Questa città capace di accoglienza e stupore ma... per carità, senza tanto dimostrarlo! Questa città si stende ai piedi di una cupola bianca, dove si dipana nelle ore del giorno e della notte una adorazione perpetua e silenziosa. Parigi non lo sa, o non vuole saperlo. Continua a godersela tra suoni, colori, profumi e vitalità, continua a far passare la storia dalle sue strade come una tappa del Tour de France... intanto c'è sempre qualcuno che veglia.

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