stupore e attesa

questo è il quadro di Chagall che amo di più, ho la presunzione, si, la presunzione di scriverci intorno qualcosa, perché quando guardi una cosa come questa e la senti tua...bè è come dire che il sole ti appartiene, l'aria è per te, il mare è una cosa che ti hanno regalato... e nessuno può dirti niente. E allora io ci metto il mio balbettare, perché anche un bambino fa i pensierini sul mare e sul sole.
Vorrei guardare la realtà come la guardano questi due, che poi non sono altro che Marc e la sua donna.
Scrutando stupita quello che la finestra dei miei occhi mi riporta del reale, vorrei essere capace di tenere sempre sollevato il velo dei miei timori, delle paure, delle vergogne assurde per poter cogliere il più lieve accento di bene e di vero che mi viene incontro.
E tutto con me sarebbe teso nell'attesa, nell'attenzione mite e desiderosa, come quelle stoviglie sul davanzale, voltate anche loro verso un arrivo misterioso e pieno di promessa.
Nessuna cosa mi sembra amica o nemica in sè stessa, credo sia l'atteggiamento dell'uomo verso il mondo a renderle tali, le cose di tutti i giorni, quelle che maneggia distratto o quelle che tiene nello scrigno del suo cuore...le cose che usiamo ci parlano e dicono agli altri come guardiamo e usiamo il reale.


stupore e attesa,
dietro ai vetri della dacia
s'innalzano verdi
betulle in primavera,
con te io attendo
con te sospiro
come prodigiosa sembra
la nostra piccola casa
il consueto
si volge e si protende
come i nostri sguardi
al mistero del bosco
da cui verrà
lo sento
lo senti
verrà un passo,
una voce verrà
a dirci che il giorno non avrà più tramonto
sul nostro solido
e delicato abbraccio

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