Pensieri in viaggio





Il treno ha una sua poesia. Non riesco a fare niente in treno se non schiacciare il naso sul finestrino e guardare, ascoltando musica. A malapena sopporto la conversazione, mi pare di perdermi le migliaia di possibilità che corrono fuori.
Il treno, dicevo, ha una sua poesia. Forse sarà come una metafora, le famose metafore del dolcissimo postino di Neruda.
Passi davanti ad una casa, intravedi persone e ti chiedi se mai quelle vite ti potranno mai incrociare ancora. Chi sono? Quali desideri, dolori, gioie vivono? Quali possibili amori ti sei persa?
Questi pensieri malinconici per fortuna lasciano il posto alla meraviglia di fronte ad un paesaggio, al respiro di un orizzonte che si apre largo e sereno.
Ma in fondo rimane una nota insistente, sulle migliaia di possibilità che la vita offre o che nella vita si perdono, vorresti ricordare tutti, tenere tutti nel confine del tuo abbraccio... ma come si fa? Poi pensi alle vite che per qualche strano percorso si sono incrociate con la tua. Il treno si è fermato ad una stazione, qualcuno che fino a ieri era sconosciuto oggi per te è diventato importante, come un dono inatteso, immeritato, grande.
Avrebbe potuto essere un altro, e invece ha proprio quei lineamenti, quella storia. E' salito sul tuo treno, ringrazi Dio e anche se continui a guardare dal finestrino, vedi alle tue spalle il riflesso gentile e rassicurante della sua figura.
Che strana poesia ha il treno!

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