Politica? Non ne so niente... ma

Non so parlare di certe cose ma c''è nell'aria qualcosa di intossicante, che ferma il respiro in gola, una nebbia grigia che impedisce di guardarsi in faccia. Eppure io sono ancora io, noi siamo ancora noi.
Mattina, caffè alla macchinetta, conversazione fra colleghi... politica... partono le parole, come proiettili, altri si uniscono al gruppo, le raffiche continuano, su tutti i fronti. Per qualche istante non riconosco più le persone che mi lavorano a fianco, arrivano anche gli insulti, qualcosa di personale... e ti chiedi cosa sta succedendo.
Qualcuno la chiama 'politica' ma io non ci sto, così non ci sto, non ci credo.
Qualcuno, tanti anni fa mi ha parlato di uomini all'inizio della nostra storia, uomini che ci credevano, credevano in una cosa nobile e faticosa, anche pericolosa, una preoccupazione che li ha resi grandi, non 'perfetti' ma  grandi. Si occupavano della 'cosa pubblica', si preoccupavano del 'bene comune', lottavano, sbagliavano, disfando e rifacendo ma sempre alle prese con grandi desideri che si chiamano giustizia,  verità... umanità... hanno costruito filosofie come si costruiscono cattedrali. Sangue se n'è visto, certo, non erano migliori di noi, il fatto è che siamo noi a crederci migliori mentre non abbiamo più neanche lo straccio di un desiderio.
Cosa ne abbiamo fatto della politica? Nani e ballerine? Ma soprattutto istinto e livore?
Caro amico, non mi interessa per chi voti, mi interessa cosa ti sta a cuore... mi interessi tu.


ciao ciao

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