Amadeus

Ci sono momenti in cui ti aggrappi ad una musica come ad una mano. Sei lì sospeso sul bordo di una decisione, hai male a tutte le ossa... ci vorrebbe una spalla, una mano, due dita.
Senza guardare, non c’è affatto bisogno di tante parole, solo qualcuno che ti respira vicino, che tenta di andare al tuo ritmo, forse lui c’è già passato e sa come succede.
Le cose che ha detto per sé un tempo, non sapeva neanche che tu esistessi ma, guarda, le ha dette per te.
E tu ci puoi appoggiare la fronte ad una musica, ti vengono i brividi e sai di non poter stare lì così per tanto; ma sono solo due dita, un respiro, un attimo, giusto per non sentirti perso, fuori dal mondo.
Ci sono canti fratelli del Silenzio, non sono molti, ma ci sono. Sono come quegli amici che non hanno paura di dirti la verità, di tacere una facile consolazione, ma che sono lì, qualsiasi cosa accada, filano per la loro strada e arrivano alla meta dritti alla bocca dello stomaco e tu ti dovrai pur accorgere di tutto quello che hai tentato di nascondere.
Certa musica fa male, strappa le bende dalle ferite come un chirurgo spietato, ben sicuro del fatto suo: accidenti, bisognerà pur fidarsi di qualcuno! E tu lo sai, lo sai fin troppo bene che l’unico amico fidato è quello che è capace di parlare con il tuo cuore.

Il genio di Mozart, consolazione per gli uomini.



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