La notte dei segreti 6 finale




L’ufficio della direttrice era molto diverso da come se lo ricordava; la prima volta ci era andata con la maestra e tutti i suoi compagni uno dei primi giorni di scuola, rammentava una stanza grande e luminosa, piena di oggetti fatti dai bambini, quadri colorati e tante carte sparse sopra due tavoli. Ora lei si trovava in uno studio molto ordinato, le pareti erano bianche e nude, alle finestre tende quasi grigie cadevano pesanti su un pavimento lucidissimo, sugli scaffali alti fino al soffitto erano allineati fascicoli e libri dello stesso colore neutro; che strano, Fiammetta in quel momento pensò che fosse molto difficile cercare un libro su quegli scaffali, proprio come sarebbe stato difficile trovare un amico tra la gente tutta uguale che aveva incontrato la mattina.
“Allora....”
iniziò la direttrice mentre, seduta alla scrivania le indicava una sedia davanti a lei
“... tu sei l’alunna...”
“Fiammetta...” accennò la bambina
“numero di matricola?”
La maestra in piedi di fianco a lei rimase muta, mentre Fiammetta, sorpresa dalla incomprensibile domanda, non riuscì che a balbettare   “...classe terza bi...”
“Insomma, possibile che tra noi salti fuori solo adesso un elemento non protocollato?”
Fiammetta non capiva proprio un’acca, per di più, seduta su quella scomodissima sedia di metallo sentiva anche freddo.
“Numero seicentoquindici bis” rispose la voce della maestra.
Più che la sua maestra le sembrava l’impiegata della posta!
“Grazie signorina, lei può andare” disse la direttrice indicando la porta alla signorina Marta.
“Allora, seicentoquindici bis, mi dicono che rifiuti le regole”
“Signora direttrice...” la piccola fece un profondo respiro, prese il coraggio a due mani e disse la prima cosa che le venne in mente “Buon Natale!”
“Cosa hai detto?!” La donna alzò gli occhi al cielo, si avvicinò sospirando, si capiva che avrebbe voluto alzare la voce ma si trattenne e le uscì un rauco sussurro “Chi ti ha insegnato quella parola?”
“...ma veramente, oggi..., ieri...., le vacanze..., il 25 dicembre....”
“E’ una cosa ormai bandita per sempre, non è possibile che tu conosca certi nomi cosi vecchi, certe parole fatte apposta per... per distinguere" e scandì questo verbo con evidente disgusto, "ormai siamo tutti uguali, non c’è più alcuna ragione di usare termini che portano scompiglio, abbiamo dei regolamenti perfetti ora ragazza mia, che non permettono più errori, e tu sei in seria difficoltà” affermò scrollando il capo.
Fiammetta non sapeva più che dire, ma qualcosa le uscì ancora dalla bocca, quasi che fosse spinta dal fondo della gola:
“ma è tutto così imprevisto...”
“Imprevisto! Imprevisto! Qui li abbiamo tutti previsti gli imprevisti! Devi solo aspettare qualche momento e vedrai che troviamo un fascicolo anche per te!”
“No!” gridò la povera alunna seicentoquindici bis “sia buona!”
“Buona?!” La donna era allibita “ma cosa dici piccola disgraziata! Qui non c’è più bisogno di essere buoni, abbiamo tutto quello che ci serve, abbiamo regole e fascicoli, abbiamo un posto per tutte le cose, ed ogni cosa al suo posto. Tutti sanno il loro dovere e lo compiono, non c’è più nessuno che sbaglia, abbiamo ormai debellato lo sbaglio. Povera infelice! Non sapevo ci fosse rimasto ancora qualcuno imperfetto, senza regole e ancora bisognoso di essere fascicolato! ”
Nel fervore del suo discorso la direttrice non si era accorta che la bambina si era avvicinata alla porta, impaurita aveva già impugnato la maniglia
“Vieni qui, non essere testarda ti darò un procedimento adatto al tuo caso, abbiamo programmi perfetti!”
“Non voglio che lei sia programmata, voglio che lei sia buona!” gridò Fiammetta, aprì la porta e scappò giù dalle scale.
Tutto si svolse in modo così frenetico che non seppe più ricostruire esattamente come erano andate le cose. Ricordò soltanto di essere inciampata e di aver fatto un terribile ruzzolone dalle scale, mentre nelle sue orecchie rimbalzavano grida e rumori confusi.

Si ritrovò nel suo letto, non osava aprire gli occhi, ma sentiva dei rumori provenire dalla cucina. Dall’esterno arrivava l’abbaiare di un cane e le grida di alcuni bambini che giocavano, però era come se lo facessero ...nella neve!!
C’era ancora la neve! Questo pensiero la consolò alquanto, cacciò il naso fuori dalle coperte, aprì piano piano gli occhi e vide la luce chiara del mattino entrare discreta da dietro le tende socchiuse.
Era un po’ confusa, non sapeva ancora bene cosa pensare quando ad un tratto sentì la voce allegra della nonna provenire dal corridoio
“Sveglia dormigliona! Non vorrai mica perderti il giorno di Natale con la neve!”
Aprì del tutto gli occhi, si precipitò giù dal letto scalza e corse nell’altra stanza.
“Ho dormito, ho dormito tutto il tempo ed ho sognato!” Esultò gettandosi a capofitto tra le braccia della nonna.
“Ehi! Bambina, vuoi recuperare in un baleno tutto il tempo perso a dormire? Mi butterai per terra così! Metti le pantofole e vai in salotto, credo ci siano dei regali da scartare!”
“Che bello, nonna! E’ bellissimo essere di nuovo qui!”
“E perché, di grazia! Dove diamine sei stata stanotte?” rise la donna abbracciandola.
“Sapessi...”
Tornò ad infilarsi le pantofole, buttò sulle spalle il golf che aveva appoggiato la sera prima sulla sponda del letto e si affrettò ad aprire i regali.

Quella mattina trascorse in allegria tra la pigrizia del giorno di festa, le risate ad ogni sorpresa scartata ed i fragranti profumi della cucina, dove si stava preparando il pranzo di Natale.
“Allora mia cara, sei contenta dei doni ricevuti?”
“Si cara nonna, chissà quanti sacrifici sono costati quei pattini che tanto desideravo! E lo so che non me li sono troppo meritati perché spesso ti faccio arrabbiare”
“....si devo dire che c'è una buona parte di sacrificio in tutto questo!” risposero i suoi occhi sorridenti e furbetti.
“Ma che sciocchina che sei, se tutti fossero perfetti a che servirebbe la bontà? Io ti voglio bene”
“Lo so, nonna tu sei buona, e mi vuoi bene.”
Detto questo si mise a saltellare contenta
“ho trovato il mio desiderio più vero!!”
“E quale sarebbe, bimba mia?”
“Ma essere felice perché qualcuno è buono con me!”
La nonna la guardò sorridendo: “Ma, mia cara, questo é il desiderio più vero per tutti in questo mondo! E’ per questo che oggi festeggiamo il Natale!”


 Devo dire grazie molto a chi ha avuto la pazienza di leggere questa storietta fino alla fine. Come si vede i miei "biscotti" fanno molte briciole,  ma non ho pretese letterarie. Sicuramente, nel mio piccolo c'è qualcosa che mi ha ispirato, è la frase di un famoso scrittore inglese; che Dio mi perdoni ma ho provato a inventarmi una situazione in base alle sue illuminate parole... perciò propongo un quiz: quale scrittore ha parlato di perfezione e bontà? Cosa dice  la sua frase? (questa è proprio difficile!) Chi indovina avrà in premio tutta la mia ammirazione, oltretutto io non sono stata di molto aiuto.

ciao, ciao 

2 commenti:

Gio Ve ha detto...

Complimenti per il bellissimo sito, che ho scoperto per caso durante la navigazione!
Saluti da un'Estone che vive in Italia

gloria ha detto...

grazie molto, sono già venuta a vedere i tuoi bellissimi lavori a maglia.