Dedicato a tutti i bambini che lottano con le parole


Susanna e le parole

Un libro. Un libro è una bella cosa. Quando è nuovo è profumato, le pagine, se le fai scorrere veloci tra le dita, volano come ali di uccellini.
Se ci sono le figure poi, lo puoi anche aprire: colori, forme che si intrecciano, linee che gironzolano, faccine, animali, case, paesaggi...un mondo.
Un libro è una cosa che ti riempie le mani, quando lo reggi sotto il braccio puoi darti un tono. Un libro accanto ad un libro, in piedi, fanno una biblioteca, il muro di una casa se stanno sdraiati. 

Un libro sopra l’altro, quaderni, astucci: scuola.

Ecco! Adesso arriva quel male alla tempia, arriva la pancia in subbuglio, arriva il mattino ch’è sempre troppo presto... arrivano le parole da leggere.
Ahhggrr!! 

Non mi sono mai piaciute le montagne russe, non ci voglio andare. Del Luna Park mi piace tutto, tutto ma non le montagne russe. E’ lo stesso mal di pancia, ti sembra di andare da una parte e...vvvvam! sei catapultata da un’altra, e non sai nemmeno come è successo, è qualcuno che ti trascina, qualcosa che ti sfugge, sembra uno scherzo cattivo, un tradimento.
La lettera ‘p’ per esempio! Non sai mai che faccia abbia, oggi può avere la gamba di qua e dopo un secondo...bè, dove si è cacciata?
Hanno detto una parola difficile a Susanna:
‘dislecosa?’


I libri sono una bella cosa... ma quando diventeremo davvero amici?
E’ un rischio grosso. Susanna è una bambina curiosa, sa fare amicizia, le piacciono gli scherzi. Riflette e poi domanda: “se dici che sono brava, allora perché tanti segni rossi sul mio quaderno?”
“Perchè mi porti in un’altra classe.Da sola?”


E’ un rischio grosso perché per vedere un bel panorama sulle vette di un bel racconto noi prendiamo la seggiovia.
Susanna dovrà arrampicarsi a piedi.
Potrebbe stancarsi e non crederci più che lassù c’è un paradiso.


Un giorno arriva una maestra... un’altra!?
Ma questa non usa mai la biro rossa, giochiamo.
Si, si tutto bello: ma la fatica non diminuisce. C’è solo una cosa interessante, questa scalata non è più solitaria. Il fiato è sempre corto, e le parole poi, come si fa a chiamarle parole? A E U  U I A che vuol dire?
“Guarda Susanna! Guarda soltanto e ripeti con me... è un gioco”
“Maestra, ma poi devo studiare la storia, come faccio che non so....” E giù una scivolata parabolica!


Ecco che un giorno arriva Cristina con una delle sue idee:
“oggi, bambini, giochiamo a fare i giornalisti! Guardate cosa ho portato: un registratore”
E mostra trionfante un aggeggio, piccolo ma molto interessante.
“Andrea e Matteo leggeranno la pagina del sussidiario e Fabio, il nostro inviato speciale nella storia, registrerà la voce dei compagni. Gli altri devono solo guardare attentamente le figure e scoprire cosa c’entrano con le parole.”
Susanna, che di curiosità ne ha da vendere e che ormai conosce la sua maestra Cristina, sta attenta a tutto, anche quando Andrea inciampa su quella parola difficile, e ne dice un’altra che fa ridere.
Finita la lezione tutti si annotano sul diario il numero della pagina da studiare.”Per lunedì”. Anche Susanna, per lunedì.  Che domenica passerò ragazzi! Non è facile lottare con i libri, i libri sono una cosa bella.
Susanna torna a casa.


Sorpresa! 

Lì, sul tavolo della cucina c’è il registratore, l’aggeggino della maestra!
Guarda Susanna! Senti le voci dei tuoi compagni, stanno leggendo per te le pagine di storia, e per lunedì tu le avrai sentite tante volte, ma forse te ne basteranno anche poche, di volte. Perché sei una bambina curiosa e intelligente, e se anche le parole scivolano via, se anche la fatica non diminuisce, tu hai tanti amici che ti vogliono bene, e fanno un po’ di strada in montagna con te.
 

ciao ciao

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